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I figli di dirigenti boomer sono diventati manager millennial: la casta all’italiana

9 Dicembre 2020
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In Italia il figlio di un dirigente ha molte più possibilità di altri suoi coetanei di diventare a sua volta un dirigente. Ma questa cosa vale per tutte le categorie professionali.

La mobilità sociale non è mai stato un punto di forza del sistema economico italiani e i numeri dell’ultimo rapporto annuale dell’Istat lo confermano. I lavoratori italiani si distribuiscono in modo molto diverso all’interno delle varie classi occupazionali in base al lavoro dei genitori. Lo racconta TrueNumebers.it che ha osservato il fenomeno. Se mediamente, a essere alto dirigente o grande imprenditore è il 5,9% degli occupati nati tra il 1972 e il 1986, questi diventano il 26% tra coloro che avevano almeno uno tra il padre e la madre che facevano lo stesso.

Si tratta di più del quadruplo. Vuol dire che chi nasce in una famiglia in cui un genitore è imprenditore o alto dirigente ha una possibilità più di quattro volte più elevata di quella dell’italiano medio di diventarlo a propria volta. Un supporto di classe.

Al contrario solo l’1,2% di chi proviene da una famiglia di operai non qualificati ha fatto il salto per entrare a fare parte della classe occupazionale più alta. Viceversa il 24,7% di loro ha continuato a far parte della classe degli operai non qualificati, nonostante il fatto che di questo segmento facciano parte in media solo il 10,4% degli italiani.

Un po’ tutte le classi vedono una appartenenza più che proporzionale di lavoratori i cui genitori già ne facevano parte, anche se non si raggiungono i livelli di quella degli imprenditori e degli alti dirigenti.

La mobilità sociale non è peggiorata

Il 31,1% dei figli di medi dirigenti e professionisti svolge lo stesso lavoro dei genitori, mentre la frequenza media di appartenenza a questa classe occupazionale in Italia è il 17,8%. Un 15,8% dei lavoratori invece è impiegato direttivo e di concetto, ma si sale al 28,3% tra coloro vissuti in una famiglia in cui padre o madre svolgeva lo stesso lavoro.

Analoghi i numeri riguardanti le altre classi lavorative. Quello che appare evidente è che ad avere il maggior tasso di ripetizione del lavoro dei genitori sono coloro che appartengono ai segmenti più estremi, il più alto, quello riguardante imprenditori e alti dirigenti, e il più basso, degli operai non qualificati.

Negli altri casi c’è chiaramente un incremento della percentuale di lavoratori di quella classe se è la stessa dei genitori, ma non si raggiunge mai un raddoppio.

Un dato significativo è quello di quanti non hanno voluto o potuto ripercorrere le orme paterne e materne e fanno qualcosa di diverso da essi. In media sono il 73,3%. Vi è un aumento rispetto al 70,5% della generazione precedente, quella dei nati tra 1957 e 1971 e al 73% di quella ancora prima, di chi era venuto al mondo tra l 1942 e il 1956. Vuol dire che vi è stato un piccolo aumento della mobilità sociale, o comunque non vi è stato un calo.

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