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Soldi e debiti, perché i millennial sono la generazione perduta

11 Marzo 2021
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Che i millennial fossero la vittima designata della crisi economica, con sempre più debiti, in America lo si diceva già nel 2019. E il covid-19 ancora non esisteva. Una previsione che purtroppo, si è avverata. 

Già nei mesi scorsi su queste pagine vi avevamo accennato a come le nuove generazioni accedessero sempre di più ai finanziamenti, dimostrando di saperci fare. Ora sono arrivati i risultati di un’indagine condotta da facile.it e prestiti.it che ha analizzato 500mila domande di prestito personale presentate da richiedenti nati tra il 1981 e il 1996.

Ebbene i dati parlano chiaro: nel 2020 i millennial hanno chiesto prestiti in media più alti del 7% rispetto all’anno precedente. In particolare, tra chi ha chiesto un finanziamento la percentuale degli under 40 è salita al 38%, con un +5% rispetto al 2019. 

Ma perché i millennial chiedono di accedere ai prestiti?

Il costo della vita è sempre più alto e supera di gran lunga la crescita del reddito e il potere d’acquisto di chi appartiene a questa generazione è nettamente inferiore a quello dei loro predecessori. Per questo motivo il 22,5% ha bisogno di liquidità, il 21,5% ha la necessità di acquistare un’auto usata, e il 16,9% deve ristrutturare casa.

Già prima della pandemia alcuni studi americani affermavano, in toni che oggi sembrano tristemente profetici, che qualora fosse arrivata una nuova recessione, i più colpiti sarebbero stati i 22-38enni, già impoveriti dalle crisi passate.

Si parlava degli Stati Uniti, dicendo che il millennial medio convive con circa 36mila dollari di debito, escludendo quelli di natura immobiliare. E che chi si è laureato nel 2018 aveva un debito medio di 29.800 dollari. Colpa delle spese per l’istruzione che grava pesantemente sull’economia dei giovani americani e che diventa ogni giorno più cara. Per questo gli analisti hanno messo in guardia sul rischio di fare dei millennial una generazione perduta.

Debiti dei millennial, la situazione italiana

Le situazione italiana è un po’ diversa per cifre e motivazioni. Già, perché l’effetto della pandemia picchia duro e chi chiede prestiti lo fa per beni di prima necessità e non più di piacere.

Se prima dell’emergenza sanitaria i giovani si indebitavano per viaggi, vacanze, per sontuosi banchetti nuziali e per investire nella formazione, oggi le priorità sono state ridefinite. Sintomo di un rapporto sicuramente più maturo con la gestione del credito, ma che tuttavia non cambia la sostanza del problema: i millennial sono sempre più indebitati. 

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