Tesla in rosso, ma per l’auto più amata dai millennial non è questione di vernice

30 Marzo 2024
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Il sito Quartz lo definisce senza mezzi termini l’“incubo” del primo trimestre di Tesla. E gufa sul futuro asserendo che sarà probabilmente seguito da un crollo ulteriore

La società di Elon Musk con sede ad Austin, in Texas, deluderà le aspettative di Wall Street sia per le consegne che per i ricavi, dopo tre mesi di rallentamento della domanda globale di auto elettriche e da una scarsa performance in Cina. In media, gli analisti prevedono di consegnare 457mila unità.

Così Emmanuel Rosner di Deutsche Bank, evidentemente un pessimista, ha rivisto le sue previsioni di consegna da 427mila unità a 414mila unità e ha tagliato le aspettative per l’anno da 2,06 milioni a 1,9 milioni di unità. Un altro signore poco entusiasta, Adam Jonas di Morgan Stanley ha abbassato la stima di consegna da 469mila unità a 425mila vetture.

La dura legge dell’automotive

Gli implacabili sacerdoti del capitalismo yankee si aggirano come avvoltoi sulla creatura dell’imprenditore più visionario di tutti. Secondo loro Tesla sarebbe «una società in crescita senza crescita», come ha sentenziato Colin Langan di Wells Fargo in una nota agli investitori il 13 marzo, declassando il titolo.

Centro nevralgico della crisi sarebbe la Cina, dove Tesla ha forti rivali locali come BYD e Xiaomi. Le risorse umane avrebbero già comunicato ai lavoratori  che la produzione di Model Y e Model 3 dovrà subire una riduzione significativa. Qui le consegne di Tesla a febbraio sono diminuite del 19% rispetto allo scorso anno, un drastico calo rispetto alle vendite dei mesi precedenti.

In patria, nel frattempo, Tesla ha consegnato solo 108mila veicoli tra gennaio e febbraio, secondo le stime di Motor Intelligence. Nello stesso periodo del 2023 erano state 114mila.

Dopo aver ripetutamente adeguato i prezzi negli Stati Uniti per aumentare le vendite, Elon Musk ha affermato che Tesla richiederà ai dipendenti di installare e mostrare ai clienti come utilizzare il sistema di assistenza alla guida Full Self-Driving (FSD) della sua azienda prima della consegna. Si vuole insomma evitare che il malfunzionamento della guida autonoma provochi ulteriori danni sia giudiziari che di immagine.

Perfino l’analista Dan Ives, fan di lunga data di Tesla, ha tagliato il suo obiettivo di prezzo per Tesla da 315 dollari a 300 dollari per azione e ha definito la situazione un incubo: «Per Musk questo è un bivio, o riesce a far superare a Tesla questo periodo altrimenti potrebbero arrivare giorni peggiori».

Quest’anno le azioni di Tesla sono crollate di quasi il 30%. Di conseguenza, Tesla non è più una delle prime 10 società americane per capitalizzazione di mercato ed è scivolata dietro a Visa, JPMorgan Chase e perfino al produttore di farmaci e integratori dietetici Novo Nordvisk.

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