Il sexting esiste da sempre e tutti lo fanno: teenagers, preti, docenti universitari, 50enni buongiornissimo caffè, ma è innegabile che siamo noi millennials i veri esperti in materia, supportati da una vasta gamma di app pronte a far disintegrare le nostre immagini di nudo con un timer preimpostato. Ecco a voi una breve guida…sulla mia pelle.
In realtà, non sembra cambiato molto da quando avevo 15 anni e, nelle prime chatroom, facevo amicizia con sconosciuti da cui ricevevo ricariche per il cellulare in cambio di foto sexy – che in realtà erano “scatti artistici” rubati da Tumblr, visto che ero abbastanza sveglia da riuscire a capire di trovarmi davanti a un pedofilo (certo, avevano il mio numero e frequentavo già persone con il doppio dei miei anni, ma questo è un altro discorso). Ecco, l’unica differenza è che ora mi capita di aprire Snapchat e trovarci foto di peni non eretti, e la metafora con il declino del sexting mi appare in tutta la sua evidenza.
Scherzo. Non vergogniamoci: la verità è che il sexting (cioè l’invio di testi o immagini sessuali tramite dispositivi digitali) è una pratica che può rivelarsi davvero divertente, nonché molto utile. Per esempio, se come me ami andare dritto al punto, ti permette di evitare perdite di tempo e verificare che quello che c’è là sotto sia davvero di tuo gradimento prima ancora di toccarlo con mano (lo so, stai sorridendo con malizia).
Il lato etico del sexting. Sinceramente, se ho voglia di masturbarmi, mi interessa poco se il pene che sto guardando attraverso il mio iPhone è stato scattato in tempo reale oppure pescato da un archivio di foto che giace nel tuo pc da quando non avevi ancora i peli sul pube o quell’odiosa pancetta alcolica. Ma è anche giusto dare credito agli affezionati della diretta, che sono tra noi e rappresentano una sorta di evoluzione al languido “come sei vestita?” delle prime chat – e non accetteranno mai e poi mai una foto d’archivio: loro pretendono l’hic et nunc nell’accezione più benjaminiana possibile. Insomma, dei veri cultori del sexting.
Detto questo, è quasi impossibile che le foto che ricevete siano scattate davvero in tempo reale e sono quasi certa che se sei una donna eterosessuale starai annuendo con fermezza. Perché? Prima di tutto perché è davvero probabile che, mentre tu mi racconti in quali posizioni vuoi capovolgermi, io stia invece preparando il minestrone per la cena o pensando se è arrivato il momento di lavarmi i capelli.
Quello che i maschi non possono capire è che la parte più complicata della faccenda è catturare le giuste angolazioni del proprio corpo, specialmente se, come me e qualche altro miliardo di persone il cui DNA è caratterizzato da coppia cromosomica XX, avete organi interni che – in qualche modo – tenete a mettere in mostra.
Nonostante ciò, diventa difficile ricordarsi quale foto hai mandato a chi, di conseguenza avere un archivio debitamente aggiornato è un’ottima abitudine per evitare figure di merda e ripetersi, distruggendo l’incantesimo (o la finzione) del sexting.
Dire sempre di sì è controproducente, dire sempre di no è una seccatura. Trovate il vostro equilibrio. Non includere il volto di questi tempi è una buona precauzione, ma fottersene è comunque una buona idea, nonché la mia inclinazione: non me la sento di privarvi dei miei sguardi ammiccanti.
Credete davvero che le persone pronte a criticare il vostro comportamento non abbiano anche loro un vasto archivio di materiale amatoriale o che non passino le serate di solitudine a guardare video porno sotto le coperte? Pensateci.
Tecniche. Durante il sexting mi permetto di essere una stronza egoista: dentro di me c’è una piccola mistress che si diverte a far soffrire l’interlocutore concedendosi poco o per niente. Provateci, a volte uno scatto sensuale in biancheria intima funziona molto meglio di un’ecografia della propria vulva, a meno che non stiate frequentando il vostro ginecologo.
Ma quando voglio essere davvero meschina mi diverto a mandare solo note vocali ansimanti in cui registro i miei orgasmi. Per quanto mi riguarda, il gioco finisce in quel momento. Ed è a quel punto che metto via l’iPhone e mi addormento rovinosamente sui tuoi scompensi ormonali lasciandoti con il pene in mano.
Ma non è sempre tutto rose e fiori. Per esempio, c’era una volta questo tizio con cui avevo un frequente scambio di messaggi hot e materiale multimediale e lo facevamo così bene che a un certo punto gli ho proposto di vederci per concretizzare le rispettive fantasie. Per ben due volte ha trovato scuse per non vedermi. Ho chiesto aiuto ad amici in comune e l’unica giustificazione che ne ho ricavato è stata “sai è un tipo timido, fa così”. Timido? Ma se ho ammirato il suo pene in angolazioni che nemmeno lui può aver mai visto! Morale della favola: fate attenzione, esistono persone con un blocco verso i rapporti reali, che vi sextano per cercare di mantenere un controllo sulle loro vite sessuali monche. Non cadetene vittima. Non sempre ad una sessione di sexting segue un amplesso fatto di carne ed ossa che si mischiano – ed è bello anche così – ma sapere che l’altro rifugge completamente ogni contatto reale, beh, capirete che è scoraggiante, nonché un enorme turn-off, esattamente come quelli che ti scrivono SOLO per fare sexting. Una noia mortale.
Sei fidanzato? Non cestinare Snapchat. Stimolare la vita sessuale di coppia è sempre una buona idea, anche quando il sesso diventa un appuntamento più regolare delle tue mestruazioni (si spera). Parlarsi al telefono in maniera sconcia, inviare foto della tua vagina ornata di oggetti commestibili, mandare il video di un’eiaculazione nel bagno dell’ufficio, possono essere simpatici espedienti per alimentare la sessualità a due e continuare ad avere voglia di vedere le nudità dell’altro anche dopo anni di relazione. Perciò non smettete solo perché avete trovato la dolce metà o farete la fine di quelle coppie che cominciano ad ingrassare contemporaneamente, o peggio ad assomigliarsi come fratello e sorella (creepy).
Timidezza? Sei da sempre interessato al sexting, ma non sai come superare la timidezza? Parti dal tool che ti permette di mostrare i genitali senza scattare una singola foto: http://dickcode.creativerobot.co/ e che, naturalmente, esiste anche per vagine timide: http://vaginacode.creativerobot.co/.
Al termine del “questionario” potrete condividere il codice per accedere alle fattezze virtuali del vostro pene o della vostra vagina, che è un modo molto divertente per rompere il ghiaccio, iniziare l’esplorazione dell’altro e, perché no, evitare di illudersi su dimensioni o profondità.
Se l’altro smetterà improvvisamente di risponderti dopo aver visto quello che hai da offrire, beh, almeno non avrai nemmeno sprecato il tempo per trovare la giusta angolazione.
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