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Ultimo iPhone? Già, iPhone X è proprio l’ultimo. Dopo di lui, il diluvio

10 Ottobre 2017
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Nell’iPhone X, X sta per la croce sulla bara. L’ultimo iPhone, il moicano dei touch screen. Perché la bara di cui parlo non è quella della Apple, ma quella degli smartphone. Con Iphone X e con gli ultimi modelli lanciati l’impressione è che si tratti, sempre di più, di miglioramenti e evoluzioni, di correzioni e aggiustamenti. Mai di rivoluzioni. Ma le rivoluzioni arriveranno, eccome.

L’Iphone X vuole forse essere l’ultimo iphone, al massimo il penultimo smartphone, prima del lancio di un nuovo prodotto capace di reinventare il mercato. Il nuovo paradigma tecnologico tanto agognato sembra essere alle porte. Apple e concorrenza stanno forse cercando di spremere il frutto fin quanto è possibile: schermi più grandi, risoluzioni e memorie migliori. Scontrandosi di fatto contro i limiti stessi dell’oggetto che vendono.

L’innovazione vera arriva sul mercato quando può generare profitto. È possibile che ancora non sia stata trovata questa soluzione dalle grandi aziende.

Le curve delle analisi dimostrano come il mercato sia cresciuto fino a saturarsi, in soli dieci anni, come avviene per un qualsiasi prodotto. Se era fantascienza per voi, nel 2004, pensare a persone che passano la loro vita davanti al telefono, potendoci fare di tutto, sarà fantascienza per voi, oggi, nel 2017, pensare che fra 5 anni non sarà più così.

E come sarà?

Se avessi una risposta remunerativa mi sarei trasferito in Silicon Valley immediatamente.

Di sicuro posso fare qualche pronostico su che cosa ne sarà dei nostri pollici e dei nostri occhi dopo la scomparsa dell’ultimo iPhone.

Tutte le grandi aziende stanno investendo sullo sviluppo della realtà aumentata. Apple, Google Facebook, Magic Leap, Snap inc. La Mela ha introdotto, con l’Iphone X, l’ARKit per gli sviluppatori, che a detta di molti mostra una stabilità e affidabilità impressionanti. Di certo, una tecnologia che verrà sviluppata nei prossimi modelli.

Allo stesso tempo il chip definito “bionico”, che sfrutta l’intelligenza artificiale, è stato inserito nell’ultimo iPhone: uno smartphone ancora più smart, pronto ad apprendere da quello che l’utente fa.

Le innovazioni ci sono quindi, più o meno rodate, ed è probabile che siano i mezzi che daranno vita alla nuova, futuristica, creazione. Ci vogliono tempo, risorse e menti brillanti che tirino fuori l’anima rivoluzionaria di queste tecnologie. Ma dobbiamo avere i colori a olio prima di poter avere Monet che ci dipinga le sue impressioni.

Tralasciando l’aspetto puramente tecnologico dei prossimi modelli – riconoscimento facciale, realtà aumentata, intelligenza artificiale, privacy e tecnologie per i Blockachain (qui in vendita lo smartphone creato ad hoc da Sirin Las) – pensiamo ora alla forma che potranno assumere.

Zuckerberg dichiara che l’era degli schermi sta per giungere al termine e se la filosofia di Steve Jobs, quella che credeva che il più grande pennino al mondo fosse il dito umano, incontrasse i progettisti del futuro probabilmente, dopo l’ultimo iPhone, avremo una realtà digitale direttamente integrata con i nostri schermi umani: gli occhi. Gli occhiali restano un accessorio e da questo nasce la loro scarsa praticità, vedi i Google Glass e i visori, ma nel momento in cui l’uomo e la macchina inizieranno a fondersi per vivere in un mondo sempre più digitale, l’uomo si dovrà adattare all’ambiente per sopravvivere come crede lo stesso Elon Musk con la sua NeuraLink.

Se retine con parti elettroniche sembrano una soluzione troppo scontata nell’ottica uomo/macchina i segnali, che per ora riceviamo principalmente in maniera visiva, possono arrivare come impulsi elettrici direttamente al cervello. Non vedremo i Pokemon di Pokemon Go davanti a noi tramite smartphone o occhiali, ma saranno lì, per il nostro cervello.

L’interazione con l’ambiente tramite chip è già rodata grazie a RFID in alcune aziende, non sarà difficile immaginare un implemento in tal senso.

Di sicuro chi azzeccherà la mossa vincente da fare nel mercato avrà in futuro un ruolo primario nell’economia e nelle nostre vite.

L’ultima barriera ancora presente tra noi e i dispositivi tecnologici di qualsiasi genere è proprio quella fisica. E’ facile prevedere come l’interazione tra noi e l’oggetto andrà via via scemando fino ad essere completamente implementata. L’ultima frontiera del cinema e dell’arte è proprio la partecipazione, l’entrare nella scena e diventare attori noi stessi, fino a scordare il Matrix che ci ha dato vita.

Paolo Atzori e Kirk Woolford affermano: “In passato la pelle è stata considerata come una superficie, o meglio come un’interfaccia. La pelle è stata il confine dell’anima, dell’io, e insieme l’inizio del mondo. Ma una volta che la tecnologia riesce a deformare la pelle, a forarla, la sua funzione di barriera non esiste più”.

E già nel lontano 1992, studiando l’evoluzione del lavoro, Tomas Maldonado scrisse nel suo celebre Reale e virtuale: “L’impatto delle tecnologie emergenti (informatica, telecomunicazione, bio-ingenierie, robotica e tecnologia dei materiali avanzati) porterebbe a un progressivo assottigliarsi della materialità del mondo, a una dematerializzazione della nostra realtà nel suo complesso. In altre parole, si sarebbe ormai avviata una contrazione dell’universo degli oggetti materiali, oggetti che verrebbero sostituiti da processi e da servizi sempre più immateriali”.

Ma per ora, le mie parole, sono ancora legate all’ultimo iPhone e ai dispositivi da cui leggerete questo articolo. Vi invito a segnalarmi spunti, riflessioni, articoli in merito e se ne avete, idee sul prossimo dispositivo tecnologico che ci troveremo davanti.

 

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Altri articoli correlati e riferimenti:

https://it.businessinsider.com/death-of-the-smartphone-and-what-comes-after-2017-3/?r=US&IR=T

 

http://www.businessinsider.com/facebook-f8-mark-zuckerberg-augmented-reality-2026-2017-4?IR=T

 

https://www.forbes.com/sites/aarontilley/2017/09/12/apple-not-google-or-facebook-will-define-the-future-of-augmented-reality/#7e83c0ec5ea6

 

 

https://www.youtube.com/watch?v=d9tR8FAKpC0