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Google ha un processo di reclutamento segreto. E funziona

20 Luglio 2021
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È un metodo selvaggio, ma funziona.

Se Google nota che stai cercando termini specifici di programmazione, ti chiederà di fare domanda per un lavoro.

Andiamo con ordine.

Fare determinate ricerche e digitare alcuni schemi di codificazione algoritmica è una cosa piuttosto sconosciuta a chi naviga in rete. Se però qualcuno se ne intende e, per esempio, digita “comprensione delle funzioni lambda di Python” si troverà di fronte ai soliti collegamenti colorati di blu che pian piano sbrogliano la matassa delle funzioni algoritmiche.

Cliccando sui collegamenti giusti può accadere qualcosa di insolito.

zach galifianakis algorithm GIF by Product Hunt

“Stai parlando la nostra lingua. Pronto per una sfida?”

Questo è il testo che appare agli smanettoni più incalliti. Una casellina di testo preformattato che si apre sopra la voragine del mondo HTML. Google sta parlando proprio con te, e vuole conoscerti meglio.

Cliccando su questa casellina si atterra su una pagina che si chiama foo.bar; un’interfaccia in stile UNIX sotto cui si dilunga un elenco di file.

Quello da aprire, ovviamente, è “start_here.txt”

“Digita la richiesta per una sfida. Digita help per un elenco di comandi”

Questo è il testo che appare immediatamente dopo aver aperto il file txt.
Dopo queste brevi righe, si delinea una sfida di programmazione e delle istruzioni per inviare la soluzione. 48 ore di tempo, e il timer inizia subito a ticchettare.

Inutile dire che per risolvere questo problema è richiesto avere un’ottima conoscenza degli algoritmi. Si può codificare in Pyton o Java e, ogni volta che si invia una soluzione, si passa allo step successivo. Dopo aver risolto tutti i test, si può richiedere una nuova sfida.

Machine Learning Math GIF by University of Alaska Fairbanks

La complessità sale man mano che si procede e, i più bravi, passano almeno due settimane a risolvere 4/5 problemi. Dopo la risoluzione del sesto problema, si possono inviare le proprie informazioni di contatto a Google.

Si digita numero di telefono e indirizzo e-mail, e si spera di non venir inseriti in qualche newsletter o graduatoria per webinar di dubbia utilità. Ci si aspetta, insomma, la fine dei giochi.

E invece no.

Un paio di giorni dopo, di solito, si riceve un’email da un reclutatore. Si invia il curriculum. Si fissa un appuntamento per una telefonata. E a questo punto di solito si comprende di non essere finiti in una gigantesca truffa ben progettata, ma di essere davvero al telefono con un HR di Google.

Se tutto va bene e si è veramente assi dell’informatica, dopo due settimane Google propone un’offerta e si fanno tutti gli incontri del caso con i manager.

Tre mesi dopo il misterioso invito, si inizia a lavorare per Google

Foo.bar è una brillante tattica di reclutamento. Google lo utilizza per identificare potenziali candidati prima che questi mandino i curriculum altrove.

Gli enigmi che bisogna risolvere sono step fondamentali per ottenere un colloquio di lavoro e, nel loro complesso, sono il primo vero test con cui ci si interfaccia. Saperli risolvere non solo è fondamentale per poter procedere, ma anche per mostrare immediatamente a Google di che pasta si è fatti.

Nella migliore delle ipotesi, si ottiene un lavoro piuttosto redditizio ed entusiasmante per chi ama l’informatica.

E ora che il processo di reclutamento segreto è svelato, in bocca al lupo a tutti i futuri aspiranti Googler!

 

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