A inizio marzo un pezzo di razzo si è schiantato sul lato più lontano della luna, provocando la formazione di un nuovo cratere, largo circa 20 metri. “Più o meno le stesse dimensioni di un campo da baseball“, ha spiegato al The Atlantic Bill Gary, un astronomo amatore che osserva i corpi celesti. L’oggetto vagava per lo spazio da ormai 7 anni ed era grande quanto uno scuolabus. Dieci anni prima, nel 2012, due sonde della NASA (parte della missione GRAIL) si erano schiantate sul satellite roccioso, distruggendo sé stesse e qualsiasi collegamento con la Terra.
Si potrebbero citare altre decine di casi, ma la sostanza rimarrebbe la stessa: ci sono un sacco di detriti che si schiantano sulla luna, e diventano spazzatura. Il tipico metodo di conclusione di una missione NASA senza pilota prevede lo schianto contro un pianeta (o un satellite). I razzi e le sonde sono programmate per non tornare sulla terra; ciò significa, inevitabilmente, che il loro destino è quello di diventare detriti sparsi sui pianeti del nostro sistema solare.
Quanta (e quale) spazzatura c’è sulla luna?
Difficile quantificare con precisione quanta spazzatura ci sia sulla luna, secondo la giornalista Mega Garber, nel 2012 c’erano quasi 200 tonnellate di detriti: “La maggior parte di questa spazzatura è formata da resti di veicoli spaziali – spiega – sulla superficie lunare (sparsi a intervalli) ci sono i pezzi appartenuti ad almeno 70 mezzi”. Il resto dei detriti è formato da oggetti più piccoli e vari, abbandonati perché avevano terminato la loro utilità. “Buzz Aldrin e Neil Armstrong hanno lasciato più di 100 oggetti sul Mare della Tranquillità, alcuni dei quali erano pale e rastrelli. – prosegue Garber – C’è anche la targa che annuncia al mondo – e ai mondi al di là di esso – che ‘siamo venuti in pace per tutta l’umanità’.”
La spazzatura, in questo caso, sembra avere un ruolo strategico. Il costo del ritorno sulla Terra è troppo alto, è il prezzo da pagare per la scoperta, gli oggetti che lasciamo sulla luna sono in realtà solo una parte di un enorme ecosistema di detriti spaziali: al momento più di 21.000 pezzi di detriti – satelliti abbandonati, pezzi di razzi esauriti, frammenti di veicoli disintegrati – stanno orbitando attorno al pianeta, avvolgendo Terra in un mantello artificiale di spazzatura.
Per la prima volta tutta questa enorme quantità potrebbe essere davvero un problema.
Perché è un problema
La prima navicella spaziale a raggiungere la superficie lunare si schiantò sulla superficie di proposito. Era il 1959, e l’Unione Sovietica era ansiosa di battere gli Stati Uniti, anche a costo di distruggere una sonda. Ma l’incidente dello scorso marzo sembra essere il primo del suo genere: assolutamente non pianificato.
Già nel 2015 Gary aveva notato i detriti del razzo schiantatosi lo scorso marzo. All’epoca credeva che si trattasse di un razzo abbandonato da un recente lancio di SpaceX, i dati orbitali e la tempistica sembravano allinearsi. Ma si sbagliava. Nel corso degli anni, Gray e altri membri della comunità lo hanno tenuto d’occhio, notando che l’oggetto sbucava periodicamente e veniva avvistato durante le sessioni di osservazione con il telescopio. Nei prossimi mesi continueranno a cercare la risposta, per comprendere l’origine dell’oggetto non identificato che ha creato il nuovo cratere sulla luna.
Con l’aumento delle missioni spaziali e di lanci privati aumenteranno anche i detriti. Sulla luna non c’è solo un’atmosfera polverosa, gli oggetti non si deteriorano, rimangono immobili per l’eternità. Una soluzione per evitare che la superficie del satellite si trasformi in una discarica potrebbe essere quella di programmare le sonde in modo che ricadano nell’atmosfera terrestre. Lo scorso anno, ad esempio, il razzo impiegato per la missione del James Webb Space Telescope, è stato progettato per finire in un’orbita pacifica attorno al sole.