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I millennial stanno investendo nell’arte come nessun’altra generazione

26 Maggio 2022
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Vale la pena vivere una vita senza arte e bellezza? Secondo gli esteti no, secondo i millennial nemmeno. Sembra assurdo, quasi un paradosso, ma la Generazione Y (aka millennial), povera, sfortunata e senza lavoro, sta investendo nel mercato dell’arte come mai prima d’ora. È proprio grazie ai trentenni se il settore ha visto una ripresa considerevole negli ultimi 10 anni. 

I millennial rinunciano alla casa, ma non possono fare a meno di acquistare pezzi originali, stampe, sculture o dipinti creati da artisti contemporanei. Come riportato da Forbes, il nuovo report di Art Basel e UBS (Art Market) ha evidenziato come negli ultimi due anni gli adulti di età compresa tra i 22 e i 37 anni abbiamo comprato opere d’arte per un valore complessivo di oltre 1 milione di dollari. “Hanno scelto di abbandonare i poster della camerata per dedicarsi a pezzi più raffinati”, ha scritto la giornalista Kori Hale. La domanda però resta: perché lo fanno? 

Arte e numeri

Facciamo però un passo indietro, prima di capire le ragioni è necessario quantificare il fenomeno. I millennial comprano davvero così tanto? Sì. Secondo il blog Londontradeart.com, la crescente influenza dei millennial sul mondo artistico ha raggiunto per la prima volta le dimensioni di un fenomeno unitario e consistente: il 21% dei collezionisti di arte contemporanea ha meno di 40 anni, e nel 2020 i collezionisti millennial hanno speso fino a 6 volte di più rispetto ai boomer. Il 93% di loro acquista online, con transazioni che arrivano a superare i 100mila dollari. 

I millennial si informano e frequentano l’ambiente, non prendendo i grandi appuntamenti, come le fiere di settore. Sempre secondo Forbes, alla Gen Y piace andare alla fiera d’arte Prizm di Miami o alla Superfine di Los Angeles per scoprire nuovi talenti. Anche piattaforme online come Saatchi Art, Paddle8 e Artsy (dove i pezzi delle opere oscillano tra i 50 e i 50.000 dollari) attirano l’attenzione dei millennial. “Questa generazione vedere l’arte come un investimento e come parte di un movimento – prosegue Hale – spesso acquistando opere dal forte significato sociale, supportando le donne e la comunità artistica”.

Investimento, social e black culture

Ancora convinti che siano solo superficiali e amanti del bello? I millennial sono degli abili e furbi inventori, hanno capito che dal mercato dell’arte possono ricavare più di quanto spendono. Secondo uno studio condotto dall’US Trust, i millennial non hanno paura a comprare e vendere opere d’arte, sono due volte più propensi dei boomer a considerarla come una risorsa finanziaria, annullando il confine tra collezionisti e venditori.

In questo contesto i social giocano un grande ruolo, Instagram è il media dei millennial per eccellenza, si basa tutto sull’estetica e sulla ricerca del bello (inquadrature, luce, composizioni etc.); non solo, è anche una delle piattaforme più importanti per il lancio di giovani artisti e la vendita di opere, per questo ha contribuito allo sviluppo del mercato e ha permesso ai millennial di sviluppare una cultura a riguardo.

La black community è il terzo fattore chiave, negli ultimi anni la comunità nera ha iniziato a rivendicare i propri spazi, soprattutto nel mondo artistico, ritagliandosi la propria fetta di buyers, ampliando l’offerta e portando una nuova energia. 

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