Dove metaverso e arte si incontrano c’è Kalman Pool. L’artista e le sue opere aprono la mostra della Pump House, nel cuore artistico di Londra. La Berntson Bhattacharjee Gallery accoglie artisti emergenti da tutto il mondo, questa volta con un tocco in più: il parco dell’edificio vittoriano sarà abitato dalle grandi sculture gonfiabili nate dall’immaginazione di Pool.
Kalman Pool non ama le regole, i limiti o i confini. Non vuole una bussola per guidare il suo lavoro o un unico mezzo per definire la sua arte. Non vuole nemmeno essere trattenuto dalla fondamentale legge di gravità. Ha uno stile che segue la filosofia kantiana: l’arte può esistere libera da qualsiasi soggetto, forma o contenuto, indipendentemente dai desideri della società, in un universo completamente separato.
Ed è proprio in un universo alternativo che crea mutanti amebici di enormi dimensioni e colori accesi, a volte fluorescenti. Li realizza senza una forma definita, e lo fa utilizzando qualsiasi mezzo: su dipinti, ceramiche, realtà virtuale e sculture gonfiabili. La loro stranezza è spesso evidente: molte sono creature con un occhio solo, esseri congiunti, oppure mutazioni. A volte, sono del tutto astratti, e rende difficile per noi identificare una qualsiasi delle loro parti senza un buon sforzo di immaginazione.
A soli 25 anni, l’arte di Pool è già stata esposta in gallerie da Chicago a Shanghai, comprese istituzioni di grande prestigio come la Saatchi Gallery di Londra, nota per aver lanciato la carriera di diversi giovani talenti.
È cresciuto a Guangzhou dedicandosi più che all’arte allo sport del badminton, allenandosi fin da bambino a livello agonistico. Ha iniziato a viaggiare, a New York l’incontro con il MoMa gli ha aperto un nuovo mondo: “Quando ho visto i lavori di Pollock e Rothko, e quando ho imparato a conoscere l’espressionismo astratto, sono rimasto senza parole – dice al giornalista di RADII – Non ci sono regole, e ho capito che l’arte poteva essere così spontanea, e che volevo farlo anche io”.
A Chicago, ha appreso della School of the Art Institute of Chicago e di come offre una notevole libertà per lo sviluppo artistico. “È davvero un posto all’avanguardia. Non valutano nemmeno il tuo lavoro. Ecco perché ci sono andato per ricominciare”, dice. La sua tesi sulle sculture gonfiabili, ispirata dalla storia dei carri armati, camion e aeroplani gomma gonfiabili, usati dai soldati americani per ingannare e disorientare i nazisti; e dalla storia di designer, inserzionisti e artisti, incluso il famoso pittore americano Ellsworth Kelly, cruciali nel creare i trucchi dell’illusione per tali missioni classificate, gli ha permesso di intraprendere un percorso tutto personale, dedicato alle creazione di forme che si animano con l’aria.
Alcune sculture nascono nel metaverso, altre ci arrivano dopo, Pool è sicuramente affezionato alla realtà virtuale e ai suoi vantaggi, come l’estrema portabilità. A differenza della scultura tradizionale, non ci sono materiali o strumenti pesanti da trasportare. Tutto ciò di cui ha bisogno sono il computer e la sue cuffie. “Mi piace l’idea di uno studio mobile e mi serve solo un piccolo spazio per lavorare. Posso creare in Europa, in America, in Cina, ovunque”.
Per la prima volta, le sculture animate dall’aria sono state installate in un ambiente esterno, costrette a convivere a stretto contatto con la natura. Le loro vite iniziano nella realtà virtuale, dove Kalman crea e plasma la materia inesistente, ma questa volta si traducono in un confronto spettatore-artista-natura. Di recente una scultura si è sgonfiata in Svizzera, e la galleria lo ha chiamato con un tono di disperazione. “Ho detto loro di essere pazienti, – ride. – Devi passare del tempo con la scultura. Ascoltala. Toccala. Guarda attraverso tutte le parti per trovare la perdita.”