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Il Festival Coachella cova la ribellione anti Covid. Assisteremo a una nuova Woodstock?

22 Febbraio 2022
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Coachella è in programma dal 15 aprile al 17 aprile e dal 22 aprile al 24 aprile 2022. È il festival artistico più ricco d’America, quello più amato dalle influencer e dalle aspiranti tali. E adesso fa paura all’establishment. Possibile?

Qualche giorno fa è uscita la notizia che il Festival musicale e artistico di Coachella Valley 2022 aveva modificato le linee guida sulla salute e la sicurezza: ai partecipanti non sarebbe più richiesto di indossare mascherine, mostrare green pass o prove di guarigione da COVID-19. Poche ore dopo gli organizzatori del festival del country, Stagecoach facevano sapere su twitter che avrebbero invece mantenuto controlli e restrizioni.

Piccolo particoalre: entrambi i festival sono organizzati da Goldenvoice, agenzia del colosso AEG.

Anche lì, come in Italia, Omicron, la variante Covid 2022 edition, cala e sta facendo abbassare la guardia. E se noi ci consoliamo con le riaperture delle discoteche, (quelle poche rimaste) gli organizzatori di Coachella fanno un gesto considerato politico. Per i virologi massmediatici addirittura un po’ “eversivo”.

La paura è che nei campi dell’Empire Polo Club di Indio, in California dove si terrà il Festival di Coachella dal 15 aprile al 17 aprile e dal 22 aprile al 24 aprile, deflagrino i contagi. Alimentati da quel clima di festa ed effusioni tardo hippy che caratterizzano l’evento. I virologi dicono che, sebbene l’ondata sia in fase calante, l‘eliminazione di tutte le precauzioni COVID-19 da parte di Coachella comporta molti rischi inutili.

Le frasi del momento son quelle che riecheggiano anche da noi negli infiniti talk show. E il succo è: non imporre controlli di sicurezza per il Covid è negare tutto ciò che abbiamo passato negli ultimi due anni. Dice l’epidemiologo Richard Carpiono: «Ci si comporta quasi come se la pandemia non ci fosse mai stata e il virus sparirà del tutto magicamente poco prima del Festival Coachella» Pandemia globale, le argomentazioni pure.

Sia Coachella che Stagecoach, sono stati cancellati nel 2020 e nel 2021. Ma con gente del calibro di Harry Styles, Billie Eilish e Kanye West, l’edizione 2022 è già tutto sold out da un pezzo. Sono attesi 125.000 spettatori al giorno con biglietti che partono da 449 dollari.

Alla lavagna, i buoni e i cattivi: grandi kermesse come il Lollapalooza pur non rinunciando allo svolgimento in piena ondata della variante Delta, hanno mantenuto importanti verifiche di vaccinazione e mascherine per i non vaccinati. Esempio, pare, virtuoso, dato che non si è acceso nessun focolaio.

Insomma, è vero che la prudenza non è mai troppa, ma c’è un popolo di giovani, Z e millennial che non ne può più e comincia a mostrare segni di nervosismo. Non è escluso che gli strateghi dell’intrattenimento stiano pensando di verificare il potenziale ribelle degli eventi. Che sarebbe una scelta borderline, ma molto vantaggiosa in termini di visibilità ed engagement. C’è una rabbia diffusa. Potenzialmente potrebbe portare a una grande ribellione antisistema simile a quella di Woodstock?

Forse è un po’ troppo. Per ora il tema è che la California ha eliminato l’obbligo delle mascherine nella maggior parte degli spazi interni e per i grandi eventi. Ma il Dipartimento della salute pubblica dello stato raccomanda la verifica della vaccinazione completa o della guarigione dal COVID per tutti i partecipanti a eventi anche all’aperto con più di 10mila persone.

Sottile e sarcastica sembra la risposta degli organizzatori di Coachella e Stagecoach, che sui loro siti scrivono: «Si consiglia di coprire il viso per proteggersi dalla polvere del deserto».

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