Dove sono finiti i ribelli? Dove sono nell’epoca dell’ideologia unica? Dove sono i ribelli che elogiano la follia? Dove sono quelli che non credono in questa via come la migliore anche se è la sola conosciuta?
Dove sono i ribelli che lasciano la casa del padre e squarciano il velo del tempio?
Dove sono quelli che urlano?
Dove sono quelli che da bambini non ballavano mai ma da grandi ballano e cantano per strada?
Dove sono quelli che camminano in pubblico mettendo i piedi su una mattonella sì e una no?
Dove sono quelli che salpano per un viaggio insicuro su le caravelle in cerca di un’altra via?
Dove sono quelli che criticano Gandhi?
Dove sono i provocatori? Dove sono i ribelli che rispondono alle autorità?
Dove sono quelli che non vedono i docenti come esseri al di sopra di loro ma di lato?
Dove sono quelli che consegnano il compito in bianco perché credono in un’istruzione in cui certe cose non si possono insegnare?
Quelli che non puntano all’ottimo ma al distinto?
Quelli che non spaccano le chitarre sul palco ma i flauti in aula?
Dove sono quelli che fanno il dito medio ai militari?
Dove sono quelli che non credono che ripudiare la guerra sia giusto ed uccidere Gheddafi sì?
Dove sono i ribelli che studiano la storia e non guardano le storie di Instagram?
Dove sono i ribelli che cercano le parole giuste e non le emoticons? Quelli che non sanno se si dice emoticon o emoji?
Quelli che non dicono spoiler? Quelli che non mettono termini inglesi nelle frasi in italiano?
Quelli che non nascondono il volto dietro la marca di un telefono?
Quelli che… per fare la rivoluzione bisogna studiare Marx ma ribellarsi non è rivoluzionare e non è evolversi?
Quelli che non cercano il consenso del pubblico ma la comprensione?
I ribelli che non lodano gli idoli ma sognano di strappargli la carne dal corpo?
Quelli che solo perché “tutti fanno così” non significa che sia l’unico modo di fare le cose?
I ribelli che fanno le cose anche sapendo di essere inopportuni e fuori luogo?
Quelli che non ordinano un cocktail a base di vodka ma sanno quello che bevono?
Quelli che non hanno bisogno di usare Tinder o andare in discoteca per frequentare una ragazza o ballarci assieme?
Quelli che ancora chiedono il numero di telefono e mandano le lettere e cartoline?
I ribelli che non vedono solo il bianco o il nero, il bene o il male, o i colori, ma sanno dell’esistenza di altre gamme invisibili all’occhio umano?
I ribelli che non cantano l’inno nazionale e non credono nei confini?
Quelli che non credono che nel 2017 ci sia bisogno di una legge che dica “è vietato uccidere”?
Quelli che credono nell’uomo non nelle persone? I ribelli con i principi, gli ideali, non le opinioni?
I ribelli che vogliono riprendere le ostilità ma senza una causa? Quelli che preferiscono fare a botte e prenderle ad acconsentire?
Quelli che non passano inosservati, gli antieroi che si sentono più “fichi” dei ragazzi “fichi”?
Quelli che non essere carismatici non significa non avere personalità?
Quelli che danno fastidio, i ribelli, i briganti, i partigiani?
Dove sono i ribelli che mettono in discussione il paradigma dominante?
Dove sono i ribelli che vogliono leggere e non scrivere?
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