Burning Man sarà ancora la terra promessa dei millennial
Niente da fare anche per quest’anno nemmeno per Burning Man, che nel tardo pomeriggio di martedì 27 aprile ha annunciato che se ne riparlerà nel 2022.
Negli Stati Uniti la campagna vaccinale sta procedendo spedita e gli americani possono davvero affermare come pochi altri di poter iniziare ad intravedere la famigerata luce in fondo al tunnel. Nonostante ciò, sono ancora troppe le variabili in gioco per essere certi che tra fine agosto e inizio settembre ci si possa ritrovare a Black Rock City, nel deserto del Nevada, per l’edizione 2021 di Burning Man, dove sono soliti radunarsi almeno 60mila persone.
Un annuncio che arriva subito dopo il rinvio dell’Electric Daisy Carnival di Las Vegas, appena spostato da maggio ad ottobre. Il tunnel di cui sopra è ancora abbastanza lungo da percorrere.
Le conseguenze del rinvio di Burning Man
L’annuncio di questo rinvio è l’ennesima doccia fredda per tutti i millennial e per chiunque speri che i raduni musicali di massa possano tornare a pieno regime entro questa estate, anche perché Burning Man non è un festival, non è una kermesse, non è un appuntamento come tutti gli altri. È davvero molto ma molto di più, un riferimento sociale, filosofico e culturale, l’autentica terra promessa che ha lo stesso valore delle mete predilette ai tempi delle due Summer Of Love che hanno contrassegnato vita ed immaginazione di boomer e generazione X.
Cos’è Burning Man?
Burning Man è nato ufficialmente nel 1991, qualcuno sostiene nel 1992, qualcun altro ancora ne ravvisa i prodromi addirittura nel 1986: con il tempo è diventata un’autentica città che nasce e muore nel giro di pochi giorni, per poi rinascere con l’edizione successiva.
Un raduno partito grazie alla fantasia e alla volontà di qualche visionario fricchettone, ma che con il tempo è diventato un must di “chi piace alla gente che piace”, più alternativo dello stesso Coachella (il top per influencer e modelle) e del succitato EDC di Las Vegas e dell’Ultra Music Festival di Miami (entrambi in grado di catalizzare 200mila persone ogni anno).
Al Burning Man convivono artisti di ogni genere e grado: in prima fila dj e creatori di opere d’arte, in particolare installazioni. Carl Cox, Jamie Jones, Joseph Capriati, Skrillex e Seth Troxler sono soltanto alcuni tra i tantissimi top dj che da anni sono presenze più o meno fisse al Burning Man.
Le regole del Burning Man
A Black Rock City si può accedere soltanto rispettando una serie di regole scritte e non scritte che non è esagerato inquadrare in un vero e proprio codice etico. In primis durante il Burning Man non si usano i soldi ma ogni transazione viene regolata esclusivamente attraverso il baratto.
Unico pagamento, il biglietto/pass per accedervi: sul sito ufficiale della manifestazione (da passarci ore ed ore per tutti i contenuti che propone) il prezzo è indicato in 600 dollari circa a testa; per tutto il resto ci si deve attrezzare assai bene, come per una vera e propria spedizione nel deserto, dove le escursioni termiche la fanno da padrone. Si passa dai 40 e più gradi di giorno alle temperature notturne rigidissime, per tacere delle tempeste di sabbia che non sono esattamente una passeggiata di salute.
Il codice etico del Burning Man: 10 regole
Accennavamo al codice etico, riportato in ogni dettaglio, sempre sul sito di Burning Man: tra le dieci regole indicate, spiccano inclusione radicale, impegno per la collettività, partecipazione e massima attenzione per l’ambiente, che va lasciato in condizioni migliori di come lo si sia trovato al proprio arrivo. Aspetto quest’ultimo assolutamente da non sottovalutare, visto che per tutta la permanenza a Black Rock City niente è in vendita, quindi ci si deve arrivare equipaggiati di tutto punto: camper o tende, cibo, vestiti e generatori d’elettricità. Non ci sono né negozi nè mercatini.
Burning Man è davvero un’esperienza nel senso letterale della parola, e come tale va vissuta. Con spirito libero, nel pieno rispetto di sé stessi e degli altri. Altrimenti si rischia di durare giusto qualche ora o di tornarsene a casa rimpiangendo di non essere andati come tutte le estati a Ibiza o nel Salento. Burning Man non è né per molti, tantomeno per tutti, ma è sempre nelle posizioni di testa in un’ideale classifica delle cose più importanti da fare, prima di salutare la propria vita terrena. Una volta trapassati, può anche darsi si venga catapultati in una sorta di Burning Man metafisico e permanente, ma per ora nessuno è tornato indietro per raccontarcelo.
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