Niente Carnevale di Rio nel 2021: Edmundo e Maicon saranno gli ultimi a ballare la samba?
Il carnevale, in futuro, non sarà più lo stesso per il calcio. L’omologazione dei calciatori ha distrutto un mito che sembrava resistere all’incedere del tempo.
La fuga a Rio de Janeiro per festeggiare il martedì grasso è roba da antologia. E in effetti bisogna fare un salto nel passato per rievocare la perla di Edmundo Alvez de Souza Neto che nel 1999 dà un bacio in fronte a mister Trapattoni e ai tifosi viola per volare in Brasile a festeggiare il Carnevale di Rio.
Edmundo e la fuga per il Carnevale di Rio
La Fiorentina perderà la scudetto, dopo essere stata in testa alla classifica e averne cullato il sogno, mentre Firenze è ancora basita da quella follia. Perché aveva perso Batistuta e affidava le sue speranze di successo a O’Animal Edmundo per tirare la volata finale. Ma lui no, al suo carnevale proprio non rinuncia come non rinuncia a ballare per le vie di Rio.
Quando tornerà, non sarà più lo stesso e i viola non rientreranno più in corsa. Ma la storia ha premiato lo stesso Edmundo rendendolo famoso per una bravata che non fu tale. Già perché l’asso brasiliano lo aveva messo nel contratto che cascasse il mondo lui avrebbe partecipato ai festeggiamenti per il Carnevale che per i carioca non è una semplice festa.
Quando Maicon chiese a Mourinho di poter festeggiare il Carnevale
È l’inno alla vita stesso che nessun tifoso può capire sbraitando dietro balaustra o chi non c’è mai stato. Nemmeno io ci sono mai andato, a Rio, ma posso immaginare che il divertimento offerto sia fuori dalla portata mentale di noi comuni mortali che purtroppo dividiamo spesso la maggior parte del nostro tempo nel tragitto casa lavoro.
Beati i brasiliani che l’hanno vissuto, che chiedono a mister Mourinho addirittura il permesso per festeggiarlo anche quando non è previsto dal contratto. Lo fece Maicon, eroe del triplete interista 2010 e le cose andarono proprio così. «Mister, se faccio gol mi lasci andare in Brasile?»; «Uno no, ma se ne fai due allora puoi andare». E Maicon ne fece due pur di volare a Rio. Il carnevale per i calciatori brasiliani è davvero qualcosa di magico.
A proposito di Maicon, classe 1981 come Ibrahimovic, è notizia di gennaio che è tornato a giocare in Italia, anzi ha deciso proprio di tornare a giocare dopo aver annunciato il ritiro. Robe da pazzi, lo ha fatto nel Sona, nella serie D girone veronese, ripartendo dai dilettanti. Altroché sambodromo, Maicon ha messo la testa a posto, ha famiglia e vuole crescere suo figlio in Italia.
Il Carnevale di Rio annullato per covid
Il mito di Rio sembra svanito per sempre nel nulla. Tanto quest’anno non s’è neppure fatto per via del covid (non accadeva dal 1912) e non si sa nemmeno se tornerà a splendere come un tempo. Di sicuro sembrano sempre più disinteressarsene i campioni brasiliani più attaccati alla carriera che alla samba. Ci troviamo sempre più di fronte a calciatori-robot in doppiopetto mascherati da jeans e magliette alla moda, ma sempre un’uniforme indossano.
La liberà tanto decantata della società 4.0 sembra invece prigioniera di un’omologazione anche nella fantasia, in cui tutto viene deciso tanto dai grandi brand che dai top club calcistici. Neymar, l’ultimo erede del talento carioca, pare più interessato ai videogiochi che alle scorpacciate di vita sui carri allegorici. In futuro, siamo convinti, le pazzie di Edmundo e Maicon verranno ricordate come l’ultimo atto di antichi riti ancestrali che la società dello smart-working pare aver relegato ai libri di storia.
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