Il calo di AirBnB spinge il fondatore verso gli Zeta per servizi che non piacciono ai millennial
Airbnb sarebbe in crisi. Il suo titolo è crollato dell’11% questa settimana, dopo che i dirigenti hanno riconosciuto che i viaggiatori statunitensi stanno calando. Il rallentamento cristallizza un paradosso sulle prestazioni di Airbnb. Il suo tasso di crescita previsto dell’11% quest’anno è di gran lunga il più basso tra le 14 aziende Internet con lo stesso target generazionale e più o meno la stessa dimensione.
Airbnb stava cercando di evitare questa situazione di rallentamento già diversi anni fa, prima della pandemia e prima della sua quotazione, la critica principale all’azienda era che stava perdendo troppi soldi nel tentativo di sviluppare nuove linee di prodotti per aumentare il suo core business di affitto di case.
La pandemia ha costretto a una crisi di liquidità, licenziamenti estesi e una rapida ripresa aziendale, seguita da una OPA esplosiva. Wall Street ha festeggiato la notizia di una nuova visione dei manager di Airbnb, più lucida, più focalizzata.
E così Airbnb ha superato una valutazione di 100 miliardi di dollari il primo giorno di quotazione, grazie al chiaro messaggio di Brian Chesky che la sua azienda si sarebbe concentrata sul suo core business di alloggi dopo anni di tentativi di capire quali nuove strade poteva percorrere.
Ora però all’azienda manca ciò che ha cercato di trovare per anni: una nuova spinta per crescere.
Chesky ha sputato il rospo martedì 6 agosto: «Apple, fino a un certo punto, ha venduto solo iMac. Amazon solo libri. E noi siamo diventati più grandi di quelle aziende che vendono soltanto affitti a breve termine. Ma siamo pronti ad andare oltre».
La crescita futura secondo il fondatore della piattaforma deriverebbe dall’espansione in paesi come il Giappone, dall’aggiunta di “servizi per gli ospiti” e dal rilancio dei tour e delle attività di Airbnb, il suo mercato di esperienze.
«Vogliamo crescere molto più velocemente di quanto non stiamo facendo», ha aggiunto nella conference call agli azionisti.
Tutte cose però già sentite, per esempio al teatro del centro di Los Angeles otto anni fa quando Chesky lanciò Airbnb Experiences, il suo primo grande passo oltre gli affitti a breve termine. Fu un fallimento.
Chesky può raccontare di nuovo la stessa storiella e ottenere un finale diverso? Dovremo aspettare poco per capire se il meglio di Airbnb è alle spalle o deve ancora arrivare.
Bumble contro Grindr
Almeno Airbnb non ha avuto una settimana così brutta come Bumble, un’app di incontri in cui le donne fanno la prima mossa. Bumble si definisce “un social network radicato nella promozione di gentilezza, rispetto e empowerment”, ma Wall Street ha mostrato poca gentilezza o rispetto per l’azienda questa settimana. Dopo che i dirigenti hanno dichiarato di aspettarsi che i ricavi crescessero solo dell’1-2% quest’anno, gli investitori hanno fatto scendere di un terzo le azioni di Bumble, al minimo storico.
Questa è una cattiva notizia per il gigante del private equity Blackstone, che ha acquistato una quota di maggioranza nella società madre di Bumble per 3 miliardi di dollari nel 2019. Mentre Blackstone ha in gran parte ripagato l’investimento (ha venduto più della metà della sua quota dopo il debutto pubblico di Bumble tre anni fa, quando le azioni erano in rialzo), la società possiede ancora circa il 24% di Bumble, secondo FactSet.
E quella quota rimanente si è ridotta drasticamente di valore. Oggi, Bumble vale complessivamente solo 720 milioni di dollari.
Blackstone potrebbe desiderare di aver investito in un tipo di app di incontri molto diverso: Grindr, che è per lo più piena di uomini che vogliono rimorchiare altri uomini. È un’app importante per la comunità gay, ma di certo non ha promosso gentilezza e rispetto. Un’app che le persone usano principalmente per trovare partner sessuali tende a essere più transazionale di così.
Negli ultimi cinque anni, Grindr è diventata piuttosto preziosa. Più o meno nello stesso periodo in cui Blackstone ha acquistato la sua quota in Bumble, avrebbe potuto acquistare Grindr per circa 600 milioni di dollari, ovvero un quinto di quanto pagato per il servizio rivolto alle donne. Fu allora che il governo degli Stati Uniti ordinò al proprietario cinese di Grindr di venderla. La società era in vendita sul rack degli sconti, ma poche società di investimento volevano toccarla.
Grindr è finita per diventare pubblica un anno e mezzo fa e ora sta trovando il suo passo. Giovedì, la società ha aumentato le sue aspettative di fatturato per l’anno, affermando che avrebbe aumentato le vendite del 27% o più. Ciò ha fatto salire le sue azioni del 6% dopo l’orario di chiusura. I dirigenti hanno affermato che sosterranno questa crescita in parte creando un prodotto più incentrato sugli appuntamenti che solo sul sesso.
Le sue fortune e la sua valutazione hanno incrociato Bumble. Oggi Grindr vale 1,9 miliardi di dollari, due volte e mezzo più di Bumble.