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Tempo al tempo. L’ansia lavorativa affligge i giovani businessmen

23 Aprile 2023
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La frenesia di un’epoca storica che ci richiede tutto e subito influenza le prestazioni dei neo imprenditori e degli aspiranti businessman. I giovani lavoratori non sono più in grado di darsi del tempo e si fanno sopraffare dall’ansia lavorativa.

Una tendenza che si nota in particolare nei momenti di time-out, o presunto tale. Anche quando sarebbe il momento per un meritato riposo, il cervello del giovane imprenditore corre all’impazzata, tendenzialmente visualizzando scenari catastrofici che potrebbero realizzarsi durante la sua assenza da lavoro.

Bilanci, liste di problemi dimenticati e urgenti, cataclismi che spuntano dai pessimi scenari prossimi venturi. I peggiori.

Come riconoscere i primi sintomi di ansia da ossessione lavorativa

La chiave è di vivere nel presente, concentrarsi sulle priorità del momento. Se ci si accorge di non essere in grado di cogliere gli step della giornata, di vivere tutto d’un fiato, quasi dimenticando le azioni svolte perché fatte con troppa superficialità, ecco che suona il campanello d’allarme.

Vivere i momenti di break come pause tra un momento lavorativo e l’altro può essere nocivo, soprattutto se anche durante le pause stesse i pensieri si distaccano dalla realtà per tornare all’agenda e ai google meet.  Qui nascono i pensieri fastidiosi, all’estremo addirittura la tendenza all’insonnia.

Al di là del disagio, questi pensieri intrusi condizionano le scelte. Perché ci si ritrova concentrati sulla risoluzione dei problemi, reali o solo temuti, tanto da iniziare a pianificare tempo e denaro per toglierli di mezzo. Risposte complesse a problemi che potrebbero non materializzarsi mai. E così si finisce per sottrarre risorse a progetti più importanti.

Il caso HOTorNOT

La storia di James Hong è un chiaro esempio di ansia lavorativa dovuta all’impazienza di un imprenditore. All’inizio degli anni 2000 James Hong ha fondato HOTorNOT.com che, per un periodo, è stato uno dei siti più popolari. L’idea era semplice, per quanto discutibile dal punto di vista morale: si caricava una propria foto e ci si faceva dare un voto da 1 a 10 su quanto si fosse attraenti. Il successo virale del sito, poi diventato un’app di dating, non riusciva però a tranquillizzare Hong, che ha rischiato di perdere tutto spendendo molte risorse per risolvere un problema che non è mai diventato un grosso problema.

All’imprenditore anche i minimi problemi sembravano giganteschi. Il primo: la percezione del pubblico. Temeva che gli utenti avrebbero giudicato frivolo e superficiale il suo sito. Si giustificò dicendo che l’idea era ottenere un voto veritiero su quanto si fosse attraenti, senza i filtri benevoli degli amici. Così “abbracciò” il problema senza avere la pazienza di attendere un giudizio da parte degli utenti, i quali continuavano a usarlo a milioni incuranti delle remore.

Ma fu il secondo problema a portare l’azienda sull’orlo del baratro. HotorNot dava per scontato che le persone sottoponessero a votazione le immagini di se stesse. Hong e il suo staff non avevano modo di convalidare chi stesse effettivamente caricando le foto e se lo stesse facendo per denigrare l’aspetto di qualcun altro. Da qui all’accusa di fomentare il bullismo il passo era breve.

Con le tecnologie di allora la soluzione era una revisione manuale per ogni foto. Impresa titanica in termini di ore-lavoro. Si poneva la scelta: rischiare una pessima fama o chiudere un sito di grande successo? Mentre spendeva soldi, tempo e salute mentale in possibili soluzioni si rese però conto che solo una piccola percentuale delle foto caricate era a rischio. La criticità era gestibile dal team senza creare una macchina infernale.

Morale della favola: tempo al tempo

In seguito, il monito di Hong agli startupper: «Siate pazienti».

Pazienza è raziocinio. Significa partire dal presente e sapere che nel momento in cui si presenterà un problema saremo in grado di affrontarlo. Non conviene occupare tempo prezioso per pianificare l’acquisto di gomme da neve per tenerle sull’auto tutto l’anno soltanto perché il prossimo inverno potrebbe nevicare.

Viviamo nell’epoca della frenesia, della scarsità di tempo e della supercificialità. Saper suddividere la propria giornata, e di conseguenza anche il proprio cervello, in aree tematiche può giovare alla salute mentale e a quella fisica. Se oggi abbiamo la possibilità di dedicare tempo ad attività apparentemente frivole come la cucina, la lettura, il riposo, la televisione… facciamolo. Sapersi ascoltare e dare tempo a se stessi allena la mente alla concretezza: saper ponderare porta a individuare i veri problemi e individuare i veri problemi porta a canalizzare le giuste energie per risolverli, senza sprechi di tempo e di forze.

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