Prendete una radio la cui utenza è formata principalmente da uomini tra i 45 e i 55 anni e di cui la conduzione dei programmi sia principalmente maschile (38 uomini, 21 donne) poi mettete quattro giovani (uomini, ok, ma under 40!) e lasciateli liberi di sperimentare. Quello che viene fuori è un programma leggero, ironico ed equilibrato che, giocando sui luoghi comuni, cerca di sfatarli.
Sto parlando di Off Topic – Fuori dai luoghi comuni, in onda su Radio24 e ormai alla sua quinta stagione, ideato da Riccardo Poli, Beppe Salmetti, Alessandro Longoni (conduttori) e Andrea Roccabella (regista).
Ciò che rende Off Topic innovativo è il fatto di avere una redazione allargata e soprattutto si tratta della prima trasmissione radiofonica italiana a trasmettere su Twitch, la nota piattaforma di live streaming dove principalmente le persone giocano ai videogiochi (streamma anche Valentina Nappi, che consiglio di seguire per un approccio non pornografico al personaggio).
Qual è la genesi di Off Topic e perché parla di luoghi comuni?
“Innanzitutto bisognava dare un lavoro a Beppe (Salmetti, che di professione è un attore)! – esordisce ironicamente Poli, facendoci scoppiare a ridere – La verità è che sono un grande appassionato di luoghi comuni e li annoto da quando ero alle superiori, così ho proposto l’idea agli altri, che l’hanno accolta con entusiasmo. Nelle prime due stagioni ogni puntata era strutturata come se fosse una sfida: avevamo tre ospiti di cui uno parteggiava per il luogo comune, l’altro lo contraddiceva e il terzo faceva da paciere, poi dalla terza stagione abbiamo cambiato struttura decidendo di ospitare personalità più di nicchia che andassero a scardinare il luogo comune trattato per vedere cosa nascondesse al suo interno.”
L’aspetto interessante è che spesso ci si perde in altri discorsi, e si va appunto off topic, ossia fuori tema, ma la cifra del programma è proprio questa: non prendersi troppo sul serio.
Ciò che mi piace del quartetto sono l’equilibrio e il rispetto reciproco, l’educazione nonostante le battute e gli sfottò, emerge una forte stima gli uni nei confronti degli altri e anche un grande amore per il proprio lavoro.
Raccontatemi della redazione allargata: come vi è venuta in mente?
Prende la parola Longoni: “ci mancava l’interazione col pubblico, che poteva scriverci via whatsapp e via email, lasciare dei commenti su Facebook e Instagram, ma il fatto di essere una trasmissione registrata ci penalizzava, così ci è venuto in mente che avremmo potuto creare un gruppo su Telegram, che inizialmente era aperto a poche persone ma nel frattempo è cresciuto ed è molto vivace. È proprio nel gruppo che ogni settimana proponiamo tramite sondaggio il luogo comune da affrontare. Nel mentre ne discutiamo, cerchiamo stimoli e ne diamo a nostra volta per creare un dibattito.”
Continua Roccabella: “Durante il lockdown abbiamo pensato che fosse necessario creare e mantenere una connessione con chi ci ascolta, rischiavamo infatti di passare in sordina, così abbiamo deciso di renderci visibili e, oltre al gruppo Telegram, di andare live su Twitch per farci vedere letteralmente, con dirette al mercoledì e al venerdì mattina (giorno in cui viene registrata la trasmissione che va in onda il sabato alle 21,00 e in replica la domenica alle 23,00).”
Si tratta del primo esperimento di radio partecipata del quale sono molto orgogliosi e l’anticipazione di quello che accade durante la puntata sembra piacere molto a chi li segue.
Ma se pensate che Off Topic sia solo una trasmissione radiofonica, siete fuori strada. I quattro autori sono pieni di idee, propositivi e a raccontare le esperienze fuori dallo studio è Salmetti: “Innanzitutto non volevo abbandonare il teatro, poi mi piaceva l’idea di portare sul mio terreno di gioco gli altri, che invece lavorano da molti anni in radio. Devo dire che le esperienze dal vivo col pubblico ci hanno permesso di cambiare prospettiva e hanno migliorato il grado di ascolto reciproco. Prima avevamo un ascolto più introspettivo, forse eravamo più concentrati su noi stessi, ora siamo più aperti gli uni verso gli altri e questo ci aiuta soprattutto nella fase di scrittura della puntata, oltre che durante la trasmissione vera e propria.”
Se andate ad ascoltare la prima stagione e quest’ultima le differenze sono tantissime, non solo di natura registica: quello che cattura l’attenzione è la disinvoltura e la spontaneità con cui adesso tengono banco da veri professionisti.
Come mai avete portato Off Topic fuori dalla radio?
“Volevamo sperimentare – risponde ancora Poli – Per esempio al Teatro Filodrammatici di Milano abbiamo giocato con sonorità e atmosfere diverse e il pubblico ci ascoltava in cuffia. Durante la prima serata allo Zelig abbiamo messo un biliardino sotto il palco, fra i tavolini, e ci siamo messi a giocare con Pippo Civati, che era nostro ospite per il luogo comune “La sinistra ormai è morta”.
Quando posso guardo con piacere le vostre riunioni di redazione e ho notato che solitamente scegliete ospiti uomini. La mia è soprattutto una considerazione, perché – quando penso a scrittori, registi, artisti, politici – ricordo immediatamente nomi maschili, mentre quelli femminili o di persone queer devo andarli a cercare volontariamente nella memoria, non mi sovvengono naturalmente. Come vi relazionate a questo aspetto?
Poli mi risponde in modo molto lucido e onesto: “Siamo quattro maschi bianchi, etero, del nord Italia, siamo un idealtipo omogeneo. Il nostro intento è di introdurre – tramite le persone che ospitiamo – una voce dissonante per creare un paradigma diverso dal nostro. Ci piace che rompano e mettano in discussione lo stereotipo e noi per primi ci mettiamo in gioco con autocritica e ironia, com’è successo per esempio durante la puntata “Le donne sono il sesso debole” in cui abbiamo ospitato la giornalista Giulia Innocenzi che ha concluso il suo intervento chiedendoci sarcasticamente se avessimo fatto quella puntata per senso di colpa e ironizzando, appunto, sul fatto che siamo tre conduttori e un regista, tutti uomini.”
A dicembre torneranno al Teatro Filodrammatici in occasione di una nuova collaborazione con Radio24, per la registrazione di sei podcast teatrali, ciascuno prodotto e realizzato nell’arco di ventiquattro ore.
L’iniziativa prende le mosse da CON_TESTO, format teatrale nato nel 2013 da un’idea di Bruno Fornasari assieme a Tommaso Amadio – co-direttori del Teatro Filodrammatici – che prevede la messa in scena in ventiquattro ore di notizie d’attualità da parte di un gruppo composto da attori, drammaturghi e registi che prendono spunto da una notizia e in un giorno costruiscono uno spettacolo teatrale.
Il titolo dell’iniziativa è “Sul Filo – teatro in tempi di radio”, che è un riferimento sia allo stare sul filo del rasoio durante la produzione del podcast, ma anche l’abbreviazione di “Filodrammatici”, mentre il sottotitolo è un chiaro riferimento al periodo Coronavirus e al fatto che il linguaggio teatrale si contaminerà per una settimana con i tempi della radio.
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