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I due Papi, quello che devi sapere su questo film di fanta-chiesa (senza cazzotti)

6 Gennaio 2020
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La manata del Papa alla fedele che lo ha strattonato ci indigna? Ora abbiamo l’occasione di metterci nei suoi panni.

Forse noi avremmo fatto di peggio del Papa e neanche ci saremmo scusati, come invece ha fatto lui e pure in pubblica piazza.

Se tutta questa storia vi avesse suscitato curiosità verso il mondo ecclesiastico odierno potreste vedere I due papi.

Trama

Il film I due papi, uscito a dicembre su Netflix, racconta i presunti retroscena dell’addio di Benedetto XVI al soglio pontificio e della successione di Bergoglio.

Quello che il regista Fernando Meirelles tenta è un mix di fanta-chiesa con biografia mista a santini.

Infatti si parte dal Conclave del 2005, da cui Joseph Ratzinger fu eletto, per arrivare ai mesi precedenti il Conclave del 2013.

Un Bergoglio (interpretato da Jonathan Pryce) deciso a dimettersi dalla posizione di cardinale viene convocato a Castel Gandolfo da Papa Benedetto (Antony Hopkins) che è appena stato travolto dallo scandalo Vatileaks.

I due, che non sono mai andati particolarmente d’accordo, cominciano a conversare e a raccontarsi (più Bergoglio a dire il vero) la loro vita.

Tutto si gioca sull’opposizione tra Hopkins e Pryce, l’uno molto posato e teatrale, l’altro più naturale e misurato. I due partono da posizioni inconciliabili quasi ma poi… tutto si risolve.

Infatti Ratzinger chiarisce a Bergoglio che non si ritirerà finché non sarà sicuro che lui continuerà a essere cardinale e quindi eleggibile come Papa.

Regia e attori

Sebbene il film sia piacevole e le schermaglie tra i due Papi scorrano come una chiacchierata ironica e raffinata su teologia e politica, c’è qualche intoppo.

In primo luogo c’è una tendenza a fare il “santino” di Bergoglio a sfavore di Ratzinger, ma questo era abbastanza ovvio. Però per bilanciare il regista inserisce il tema della dittatura argentina di Jorge Rafael Videla (1976-1981). Nonché dei rapporti che Bergoglio avrebbe intrattenuto per diversi motivi con essa.

La scelta della regia di Fernando Meirelles è quella di mostrare un Bergoglio sinceramente affranto per non aver fatto abbastanza per alcuni preti durante il suo incarico di Generale della Compagnia di Gesù durante la dittatura e allo stesso tempo un Benedetto XVI che cerca di consolarlo.

Il resto del film scorre senza tensione, anzi più come una chiacchierata velata di ironia tra due vecchie conoscenze. E proprio qui sta il problema.

Che pizza, sto film

Che fine ha fatto la differenza di punti di vista tra i due? Dove le posizioni teologiche inconciliabili? Ci aspettavamo cazzotti metaforici (e forse non solo dopo lo schiaffone papale). Invece tutto finisce a tarallucci e vino. E in mezzo una pizza…

La sensazione che rimane alla fine è di aver assistito  a un’ottima prova di recitazione di Pryce e Hopkins, adorabili mentre si pizzicano vicendevolmente, inficiata da una prospettiva troppo parziale verso uno dei protagonisti e forse troppo semplicistica.

Peccato, infatti chissà quando ci ricapita un secolo con due Papi viventi?

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