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The Crown, la serie che spacca in due anche i millennial

27 Novembre 2020
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Esistono ferite che non si sanano, fratture che non si ricompongono, fazioni che si sono create e per le quali la parola conciliazione è semplicemente inammissibile. Un esempio che sta spaccando in due anche i millennial?

La quarta serie di The Crown, trasmessa da Netflix da metà novembre e che vede un personaggio capace di prendersi subito il centro della scena: Emma Corrin, che interpreta Diana Spencer, quella che una forse sin troppo sbrigativa letteratura ha inquadrato nel ruolo eterno di “Principessa del popolo”.

The Crown, la distanza tra Casa Reale e il resto del mondo

Il realismo o la verosimiglianza di The Crown sono già stati vivisezionati in tantissimi articoli e post, non serve aggiungere altro. Di sicuro la serie è un prodotto di alta gamma e gioca sapientemente sui dettagli, con una serie di messaggi più o meno subliminali che vogliono enfatizzare la contrapposizione tra Casa Reale e il resto del mondo, tra un mondo a sé e quanto è fuori dai cancelli delle residenze di Elisabetta II.

Purtroppo Diana Spencer – sia nelle realtà che nella fiction – non aveva alcun strumento culturale, intellettuale ed emotivo per provare a reggere il confronto con la Regina. Come quasi tutto il resto dell’umanità. Anche i sostenitori di Diana lo sanno, e quindi negli anni non hanno trovato niente di meglio che accanirsi contro Camilla Parker Bowles, la sua “rivale in amore” (mai virgolettato venne più in soccorso di un articolo) per il Principe Carlo.

The Crown ha dato così l’opportunità agli haters, sempre appostati come poveri avvoltoi spennacchiati sui vari profili social, di dare il peggio di sé con una marea di cattiverie che hanno costretto a disattivare i commenti dal profilo Twitter di Clarence House, come appena riportato dal sito di Vanity Fair. Non se verrà mai fuori.

Il filo sottile che lega Diana, Harry e Meghan

A volte si finisce dalla parte giusta o sbagliata della storia per un dettaglio, per una sventura, per una serie di circostanze inspiegabili ma allo stesso tempo funzionali ad attaccare il bersaglio che si è individuato. Diana non si è costruita il ruolo della vittima di turno; si è semplicemente trovata al centro di giochi molto più grandi di lei.

Un ruolo che non le dà pace nemmeno nell’aldilà, e che – per un ennesimo paradosso che soltanto la storia e i suoi ricorsi sanno  regalare – rischia di ripercuotersi su suo figlio Harry e su sua moglie Meghan. In questo caso la Real Casa ha risolto il problema a monte, escludendoli di fatto da quasi tutto quanto ed inibendo ogni loro velleità.

In epoca social, la vita di Megan potrebbe prospettarsi più facile di quella di Diana: millennial e non si sono schierati in larga maggioranza dalla parte di William e Kate, i veri eredi al trono, senza però infierire sui presunti rivali. Che sia merito o no del politically correct? Di Principessa del Popolo, del resto, una basta e avanza. Sia nella realtà che nelle fiction.

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