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Taglialegna, lo sport del futuro, commentato da Martina Panagia, conduttrice Mediaset. L’intervista

15 Dicembre 2020
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Asce, seghe e motoseghe, sudore, velocità e precisione, 6 parole da ripetere come un mantra per seguire lo sport del futuro. In realtà ha radici storiche e si può dire sia antico quanto l’umanità, si tratta del taglialegna. E’ una disciplina sportiva, ha le sue olimpiadi, fa già impazzire i Millennial soprattutto quelli italiani.

I nostri campioni, donne e uomini senza distinzione, spopolano in giro per il mondo. Quando fare le seghe, bene e veloci, non ha nulla di volgare, anzi. Siamo noi magari che possiamo fare dell’ironia, forse perché non conosciamo bene la disciplina. Allora ce la siamo fatta spiegare da una Millennial pazzesca, tanto bella quanto preparata, conduttrice televisiva reti Mediaset, ma non solo questo.

 

Parliamo di boschi, tronchi e sudore, spiegami come hai iniziato a commentare questa disciplina? 

«Grazie ad un appassionato della disciplina. A Settembre 2019 si è tenuta la finale nazionale italiana di Stihl Timbersports ed hanno pensato a me per la conduzione. Da quel giorno, mi si è aperto un nuovo mondo ed ho scoperto uno sport adrenalinico e molto competitivo».

Non è uno sport per soli uomini, anzi. Vi segnaliamo Stefania Geronazzo, 20enne di Valdobbiadene, è stata la prima e unica italiana a rappresentare il nostro Paese ai Campionati mondiali dei boscaioli a Lillehammer in Norvegia un paio d’anni fa classificandosi al secondo posto, dopo aver già vinto l’argento alle Olimpiadi forestali in Croazia. Ma torniamo a Martina.

 

Non siamo esperti, ma vorremmo tanto diventarlo, quali sono le regole principali?

«Ci sono 6 discipline principali: in una ad esempio si simula l’abbattimento di un albero con un’ascia, in un’altra ancora con una motosega si affettano dischi di un grande tronco, insomma, la protagonista principale è l’abilità dello sportivo. Le regole principali sono poche ma efficaci: precisione e velocità».

Quando per molti di noi è già difficile il fai da te casalingo, risulta difficile pensare a tutto questo. A un mondo ancestrale che ci proietta nel futuro. Perché l’essere umano ha bisogno di tornare alle sue origini per ritrovare se stesso, di appassionarsi a qualcosa da cui proviene, dalla terra e dai suoi frutti e da come questi hanno permesso l’evoluzione. Un trancio netto per rivederci in quel paradiso perduto che oggi più che mai sembra irrecuperabile.

 

Parliamo di tecnica, hai carpito qualche segreto? 

«Molto importante si rivela la concentrazione. Mantenere il sangue freddo poi è essenziale. Ci vuole grande preparazione fisica per sopportare i grandi sforzi e poi…velocità velocità e ancora velocità: la maggior parte delle discipline è a tempo».

Crono, divinità pre-olimpica figlia di Gea e Urano, titano del tempo, della fertilità e dell’agricoltura. C’era da immaginarselo che alla fine fosse il giudice supremo di questa disciplina, ma andiamo avanti.

 

Ora, non vorremmo essere volgari, ma…si parla di ‘seghe’. Ti capitano mai momenti imbarazzanti, doppi sensi che magari riascoltando ti fanno sorridere? 

«Onestamente no, c’è grande professionalità ed un pubblico internazionale».

Figura barbina, io sempre a pensare a Pornhub e ad altre pratiche ancestrali, ma sempre in voga Giustamente i professionisti del settore non si fanno scomporre. Nemmeno di fronte ad un’incisione ben riuscita con sega circolare e crampi alla mano.

 

Che tipi sono i campioni? C’è qualche italiano degno di nota?

«Ti segnalo i vincitori dell’ ultima finale italiana disputata:  il vincitore di questa nona edizione è Andrea Rossi. Con lui sul podio i due amici valtellinesi, Mattia Berbenni e Marco Locatelli».

 

In tanti se lo saranno chiesto, ma avremo legna da ardere in inverno? Se non sbaglio col Covid hanno interrotto tutte le gare… 

«Eh già, come tante altre discipline sportive, anche questa ha subito un arresto. Dita incrociate che tutto lo sport, da quello amatoriale a quello agonistico, possa riaprire i battenti delle sue competizioni».

 

Un’ultima curiosità che interessa noi Millennial (cioè nati negli anni ‘80 e maggiorenni dagli anni 2000): può essere lo sport del futuro? Ma un taglialegna potrà mai sostituire Ronaldo nell’immaginifico?

«Le competizioni sono molto divertenti ed appassionanti, ad anche davvero particolari da vedere. Assistere a queste gare significa assistere ad un vero e proprio show di destrezza, precisione e velocità. Provare per credere, è semplice rimanerne affascinati!»

Di sicuro sarà un ottimo modo per rivedere Martina, in tivù o sui canali digital.

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