Non ho mai capito perché i Boomer (1946 – 1964) e oltre si devono sempre telefonare. Si chiamano per qualsiasi cosa, anche per una cagata tipo: “ricordati di passare a prendere il pane”. Ormai siamo adulti, dobbiamo imparare a far la stessa cosa anche noi.
Telefonare fa venire l’ansia
I Bommer prendono il cellulare, cercano il numero in rubrica, aspettano che l’altro risponda e via con la telefonata più inutile della vita:
“ciao, tutto bene?”
“si grazie, sto tornando a casa”
“ok, ricordati di passare a prendere il pane”
“ok, ciao”
“a dopo ciao”.
Tempo impiegato 6 minuti. Tempo che avrebbero impiegato con un normale messaggio su whatsapp, 30 secondi.
Ma a parte i tempi e lo spreco di energia inutile la telefonata è veramente un momento di ANSIA, che pochi Millennial come me riescono a sopportare.
Per prima cosa perchè quando telefoni ti devi concentrare e fare quasi solo quello. Seconda cosa perchè la telefonata ti rende vulnerabile. Se ti sei appena svegliato, si capisce, se sei emozionato o agitato perchè l’altra persona ti piace, si capisce, se sei scazzato, si capisce. E poi non sai mai cosa aspettarti dall’altra parte, non puoi vedere l’anteprima, come coi messaggi, e sapere di cosa si tratta per preparati psicologicamente.
Ti devi beccare tutto per forza: lamentele, rimproveri, domande imbarazzanti, domande inutili. E poi si creano quei silenzi disagianti in cui non sai più cosa dire e inizi a balbettare e impappinarti con le parole. La telefonata è un disagio estremo e inutile, per questo noi Millennial cerchiamo di evitarle come un virus.
Eppure con i Boomer non si scherza. Non sono in grado di spiegare concetti articolati o intrattenere conversazioni per messaggio. Alla minima incertezza rispondono con un: “Ti chiamo”.
Ecco, quella frase è come una pugnalata nello stomaco. Non mi chiamare, non ho voglia di sentirti, risolviamola con una mail o un messaggio, manteniamoci sul vago, per favore.
Sei un adulto e lavori, quindi devi imparare a telefonare
Questo succede sempre con i miei genitori o quando si tratta di lavoro. Soprattutto in questo periodo di smart working, l’ansia della telefonata si è triplicata.
Io mi sveglio ogni mattina con un messaggio del mio capo Boomer: “Ehi, ci sei?”
“Si eccomi, sono già operativa, sto sistemando dei documenti”, rispondo io.
“va bene, ti chiamo”.
MA PERCHE’???? Scrivimi una mail, cavolo, mi sento violata nella mia intimità. Eppure no, è impossibile.
La mia vita è cambiata da quando lavoro. Prima messaggiavo, mandavo audio vocali a destra e sinistra. Ora invece chiamo. Chiamo tutti perché secondo i Boomer bisogna prendere il telefono in mano e usare la voce per mantenere i rapporti con le persone, per far vedere che ci sei.
“Chiama la cliente e dille che le mandiamo una mail con tutti i dettagli della proposta”. Ma non posso semplicemente mandare la mail e passare uno step inutile? Questi sono misteri e tarli nel cervello della generazione che ci precede.
Guida step by step per imparare a telefonare
Le opzioni sono due: o ribellarci per sempre alle telefonate o imparare a gestirle e domarle. Ecco qualche step per uscirne vivi.
PASSAGGIO 1 – Cerca di auto convincerti che la telefonata sia essenziale per portare a termine qualcosa di utilissimo. Non riesci a capire cosa e perché: lo scoprirai quando sarà finita. Il piccione viaggiatore sarebbe bello, ma non è più un opzione.
PASSAGGIO 2 – Non farti prendere dal panico, infondo nessuno è mai morto nel tentativo di fare una telefonata. Potresti sentirti ansioso e chiederti se stai per avere un infarto, ma sappi che è solo paranoia. Probabilmente quando finirà, starai meglio di prima.
PASSAGGIO 3 – Rilassati guardando immagini di animali carini. Prova con le tecniche di respirazione. Se sei disperato prova a spegnerti una sigaretta sulla mano, lo so che il dolore è meglio di una telefonata, ma devi convincerti del contrario.
PASSAGGIO 4 – Esercitati guardandoti allo specchio. Hai le stessa padronanza di linguaggio di Paolo Conte, saresti in grado di condurre un’intera trasmissione ma senza microfoni e pubblico. Sei Steve Jobs, li convincerai tutti.
PASSAGGIO 5 – Assicurati di essere in una stanza tranquilla senza distrazioni. La paranoia di essere giudicato da due spettatori diversi, l’interlocutore e il tuo compagno di stanza, sarebbe ingestibile. Un passo alla volta.
PASSAGGIO 6 – Potresti sentirti molto seccato per non aver risolto la questione mandando un semplice SMS, quindi nascondi ogni oggetto pericoloso dalla stanza.
PASSAGGIO 7 – Pratica il tuo saluto: “Buongiorno Signor Vitali”. Lo so che ti sentirai come un Boomer sessualmente represso, ma fattene una ragione, se pratichi l’arte delle telefonate prima o poi lo diventerai.
PASSAGGIO 8 – Componi il numero e aspetta. Inizia a stamparti sulla faccia il sorriso, perchè nelle telefonate coi Boomer devi parlare sorridendo, per mostrare quella gentile falsità di cui vanno tutti orgogliosi.
PASSAGGIO 9 – Appena risponde fai finta di essere un vero essere umano in grado di interagire verbalmente con un altro essere umano per un breve periodo di tempo. Chiedi se sta bene e ogni tanto ridi compiaciuto. Dì sempre “giusto, si, certo” e domina quell’immensa, inconoscibile oscurità dell’esistenza che si crea nelle telefonate. Ripetiti che stai andando alla grande.
PASSAGGIO 10 – Se non hai pensato a come terminare la telefonata sei un idiota. Non inventarti cavolate per chiudere, devi riuscire a dire : “E’ stato un vero piacere sentirla”. Dillo sempre con il sorriso stampato in faccia, il Boomer dall’altra parte non sarà in grado di contenere l’eccitazione.
PASSAGGIO 11 – E’ FINITA. CE L’HAI FATTA. Butta il tuo telefono per terra e spargilo con della benzina, poi dagli fuoco e crogiolati in questo rito di purificazione. Il primo passo per trasformarti in un Boomer sessualmente represso che telefona è compiuto.
PASSAGGIO 12 – Se non vuoi diventare un Boomer sessualmente represso continua a mandare mail, sms, direct, e audio vocali e inizia la battaglia contro il disagio delle telefonate. Se ti chiederanno ancora di telefonare rispondi: “Ok Boomer” e non farlo.
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