fbpx

Confessione di un ex compagno rosso: essere di sinistra non è più cool

28 Marzo 2019
4350 Visualizzazioni

Negli anni 2000 era cool essere di sinistra. Vero millennial? Potevi fumare le canne, varie ragazze, idealmente, ci stavano per sentirsi emancipate. La buona musica e i concerti erano tutte robe rosse. La destra era arcaica, col bomber nero, la toppa del mirino, la testa rasata e lo stadio come tempio. Ih, lo stadio, che schifo il calcio. Non avevi nemmeno la tv in casa se eri di sinistra, perché eri superiore a chi guardava la tv, leggevi il Manifesto e Repubblica. E se oggi fosse tutto ribaltato?

Essere di sinistra voleva dire il circolo Arci, i libri alla Feltrinelli, i concerti patrocinati con le giunte amiche in comune, gli spazi aperti dati sempre per manifestare (baccagliare tipe e fumare cannacce). Ricordo sempre una cosa: la compresenza in questi eventi di piazza di giovani e vecchi.

Già una generazione di giovani che va d’accordo con i padri, potete immaginarvi quanta verve abbia… Penso sia la cosa meno rivoluzionaria del mondo. Voi dite: che c’entra la rivoluzione? Beh, essere di sinistra voleva dire voler cambiare il mondo, rovesciare le ingiustizie, combattere gli aguzzini.

A parole, in realtà si trattava di mantenere uno status quo: la superiorità rispetto a tutti gli altri. Potevi essere di sinistra alla luce del sole e camminare a testa alta perché rappresentavi il giusto. Eravamo una lobby in erba, eravamo quelli che volevano comandare e che credevano di fottere tutti con la loro cultura letteraria e storica.

Eravamo nei comuni, nelle commissioni, nelle cooperative, sul territorio. Per quello studiavamo. La conoscenza è forza. Eravamo tutti dalemiani. Soprattutto gli anti dalemiani. Bramosi di potere ma troppo puritani per ammetterlo.

Gli altri erano fascisti, o missini, o della Fiamma. Buzzurri. Tu ti beavi con Rifondazione, con Bertinotti che sbronciolava cazzate con la erre e la fava moscia e dicevi: ahhh, come sono intelligente. Quelli picchiavano o andavano in curva.

Da fuori sembravamo compattissimi. La satira era di sinistra, la stampa cool di sinistra, i film giusti di registi assimilabili alla sinistra, idem per la musica e il divertimento.

Che sono le uniche cose che contano per i giovani. In realtà ti ci trovavi dentro ed era sempre una grande  inculata. Pessime band, ragazze vestite male, con le calzettone di lana lunga e le gambe non depilate, l’aria presamale da trozkiste lesbiche perennemente incazzate col maschio dominante.

Gli uomini: l’emblema di un manichino della Coin in giro coi peggio colori addosso, i rasta e i tatuaggi. Barbe brutte, non curate, gente logorroica con zero humor che non capiva le battute su neri, zingari, gay e minoranze varie (la noia). Cazzo, mi ricordo uno che era tesserato all’ANPI. A trent’anni nel 2003, all’ANPI… Erano tipi che bevevano roba scadente e ascoltavano i Modena City Ramblers e i 99Posse.

A starci assieme ti dovevi ciucciare De André, tutto il giorno (che due coglioni De André, mamma mia). Esiste un incubo peggiore? La gente fumava il tabacco perché anche le sigarette se le voleva fare da sola, perché così combatteva la globalizzazione. Non potevi avere come mito, che ne so, Clint Eastwood, ma solo Carlo Giuliani, Che Guevara o qualche altro guerrigliero.

Che schifo i ricchi, guai a essere ricchi. Per essere uniti dovevamo essere tutti vestiti al mercato e campare con le paghette dei genitori. Essere di sinistra non significava ricercare la povertà vera di San Francesco e aiutare i bisognosi, ma iscriversi a Emergency e rompere il cazzo coi nostri slogan sulle magliette. Quello era il massimo dell’attivismo. Era tutto ideologia.

Ho dato dieci euro a Libera? Ho lottato contro le mafie. Ho comprato Gomorra? Sostengo un giornalista perseguitato. Compro al mercato? Boicotto i grandi marchi. Tutte stronzate. Eravamo parte del sistema e votavamo un partito che ha smesso di rappresentarci da decenni, che non esisteva già più. E stavamo li a fare le pulci, a aizzare piccole scissioni interne, a gasarci per i girotondi o Nanni Moretti, per Rifonda che era più rossa della Margherita. Cazzo, abbiamo sostenuto gente come Luxuria e Nichi Vendola, De Magistris, quello pelato dei Comunisti italiani, Landini… Boh.

Ricordo come uno dei luoghi più fastidiosi del mondo: il caffè okkupato della facoltà di lettere di Firenze. Un cesso ancora oggi. C’era puzzo di alcool e se volevi un caffè dovevi aspettare che uno stronzo collezionasse abbastanza ordinazioni da giustificare lo spreco di una moka. Una moka. Potevano volerci venti minuti. Il senso non era il caffè ma stare tutti assieme. Che poi non eri mai assieme. Facevi parte di loro solo se accettavi in blocco i loro cliches, i loro valori.

Arrivavi e ti mettevano alla prova, non contavi un cazzo. Se eri minimamente figo ti davano incarichi bassi per scoraggiarti e allontanarti in modo da non rompere i loro equilibri interni (piccola fama, ricambio di donne e leadership), se eri scemo ti tenevano lì come un canino da mettere in mostra. Il rodaggio poteva durare anni. Io ci son stato venti minuti poi li ho mandati in culo.

Rare volte ho trovato teste tanto chiuse e mentalità tanto ingessate nei giovani. Essere di sinistra voleva dire: passare serate a parlare dell’Est Europa, dei rom, delle raccolte per i cani di Bucarest (giuro), del commercio equo e solidale. Il latte ai coglioni.

Poi il mondo è cambiato, la politica è cambiata e si è infranta la dicotomia tra destra e sinistra. Oggi essere di sinistra significa votare M5S ed essere di destra significa essere leghisti. Che rispettivamente non sono né un partito di sinistra né uno di destra, infatti stanno assieme. Come puoi dire che sei di sinistra e votare il PD, che ha creato il jobs act, cazzo, e che ci ha messo in ginocchio?

La ghettizzazione promossa nei confronti di Cinquestelle e Lega è la stessa che si adottava un tempo rispetto alla destra berlusconiana: sono degli ignoranti, degli sfigati, aaaaahhhh che coglioni.

Io non ho votato nessuno dei due partiti per ora, ma di sicuro ne voterò uno. Il reddito di cittadinanza… tutti a dirne male, a scandalizzaersi, tutti economisti. Ma chi vive con meno di 9000 euro l’anno magari ha bisogno di una mano, no? Oggi la sinistra si occupa dei migranti, manifesta per i migranti. Ma andate veramente a scopare il mare, che qui si parla di un problema di geopolitica complessissimo, che influisce poco sulle nostre vite.

Chiedilo a uno che vuole la casa popolare cosa ne pensa dei migranti, che lo stracciano in graduatoria e che sono arrivati da meno di lui e hanno un alloggio. Questo è la sinistra? Il sindaco calabrese che infrange la legge per i migranti? Macron? Mavaffanculo.

Liberatevi il cervello dai vecchi dogmi, gli anni settanta sono finiti, la resistenza pure, adesso c’è il presente. E come al solito siamo impreparati.

LEGGI ANCHE:

Politicamente scorretto 1: i volti più insopportabili e quelli più fighi della sinistra in tv

Legge sulle case chiuse: abbiamo troppo bisogno di morale perché passi

L’editoriale di Beppe Severgnini e i Millennial poveri che lavorano come bestie