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I rifiuti di plastica nell’oceano salvano un naufrago ma saranno lì pure tra mille anni

25 Febbraio 2021
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Rifiuti, plastica galleggiante e ondeggiante.

La generazione dei millennial ha tante ossessioni, una più di tutte è un’urgenza sensata: l’ambiente. Ergo, la lotta più o meno convinta contro le decine di fattori inquinanti che produciamo a catena: tonnellate e tonnellate di anidride carbonica, di rifiuti solidi e liquidi. E la plastica, tra i mille, è la ciliegina sulla torta di catrame.

Per una volta, per una sola, i rifiuti di plastica galleggiante che abbondano sulle acque dei nostri mari e oceani non hanno ucciso nessuno. Intendiamoci, di solito ammazzano pesci, balene, delfini, molluschi e tartarughe mica uccidono direttamente le persone. Per un solo giorno, dicevamo, i rifiuti ondeggianti, hanno salvato la vita di qualcuno.

Naufrago sopravvive grazie ai rifiuti galleggianti

La storia, insolita al punto da somigliare molto a una leggenda metropolitana arrivata dalle acque della fine del mondo, è vera. Riguarda Vidam Perevertilov, un ingegnere lituano di 52 anni caduto in acqua dalla nave Silver Supporter. Notte piena, senza giubbotto di salvataggio e a più di 700 km dalla terra ferma.

È stato recuperato poi dall’equipaggio della stessa Silver Supporter che dopo diverse ore di navigazione ha notato l’assenza del lituano, ed è tornato a cercarlo in mare aperto. Molta tenacia e altrettanta fortuna. Perché nel frattempo Vidam Perevertilov si era aggrappato a una boa abbandonata chissà dove e chissà da quando ma che il suo lavoro lo faceva ancora bene.

Plastica negli oceani = problema

Plastica alla deriva che per una volta è stata speranza e vita. Sicuramente per il lituano che si era imbarcato da un porto a Nord della Nuova Zelanda l’8 febbraio ed ha resisto per 14 ore in mezzo al nulla solo con il suo scarto del consumismo inferocito. Da film, e infatti la stampa maori gli ha dedicato ampio spazio e la notizia è stata poi ripresa anche in Italia.

Abituati come siamo a respirare polveri sottili, sappiamo perfettamente che il Pm10 non ci salverà mai. E continuiamo a combatterlo a tempi alterni, contraddittori come sempre. Con la stessa consapevolezza però guardiamo quella boa nera in mezzo all’oceano Pacifico e sappiamo che anche se santa per un giorno, merda alla deriva resta. E lo sarà per il resto delle nostre vite, per quelle dei nostri figli, dei nostri nipoti e chissà per quante altre generazioni. Gli esperti dicono anche fino a mille anni. Facciamo in tempo ad arrivare su Marte.

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