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Perseverance, quando arriverà l’uomo su Marte?

19 Febbraio 2021
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Il rover Perseverance della Nasa è atterrato su Marte. Funziona e ha cominciato a scattare le prime foto (già diventate meme clamorosi).

La missione di Perseverance è quella di cercare tracce di vita passata e raccogliere i primi campioni del suolo marziano che nel 2031 saranno trasportati sulla Terra. Passi da gigante per l’umanità esploratrice, sempre alla ricerca d’altro, del lontano, del diverso e della novità. Per il bene della conoscenza, si intende.

Quando arriverà l’uomo su Marte o sulla Luna?

Tutto molto interessante e bellissimo ma la generazione dei millennial sogna altro da tempo. Millennial (nati tra il 1980 e il 1996), gen Z (nati tra il 1996 e il 2010) ma anche sicuramente la gran parte di quelli della generazione X (nati tra il 1965 e il 1980) sognano di vedere l’uomo sulla superficie di Marte, ma si accontenterebbero pure di quella lunare.

Il momento nel quale arriveranno gli esseri umani sul suolo marziale sarà epocale, tanto quanto gli allunaggi tra gli anni ’60 e ’70. Esperienza vissuta solo dai soliti ingordi baby boomer e da chi li ha preceduti.

Il primo e l’ultimo uomo sulla Luna

Considerate che gli uomini misero piede sulla Luna per la prima volta il 20 luglio 1969. Neil Armstrong, comandante dell’Apollo 11, fu il primo. E smisero di passeggiare sul satellite terrestre il 14 dicembre 1972, con Eugene Cernan, missione Apollo 17.

 

Poco più di tre anni di viaggi lunari, mitici e gloriosi che le generazioni più tecnologiche di sempre, per ora, possono solo sognare grazie a Hollywood e alla fantascienza iper realistica che la computerizzazione ci ha regalato. Oppure accontentarsi, si fa per dire ma non del tutto, di robottini alla Perseverance o alla Curiosity, su Marte dal 6 agosto 2012, che scattano foto, studiano e magari, come l’ultimo rover arrivato, trasportano droni per farsi i selfie con gli sfondi apocalittici del pianeta rosso.

Perseverance è atterrato nel cratere Jazero, bacino di un antichissimo lago, dove si pensa ci potesse essere vita. Per arrivare a destinazione il rover ha percorso quasi 3,9 milioni di chilometri in poco più sette mesi. Insomma facile non è, così come non è facile atterrare senza riportare danni fatali. E l’applauso dei cervelloni della Nasa ce lo ha evidenziato chiaramente. Meraviglioso. Molto. Ma noi millennial vogliamo di più.

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