Sono Francesca, ho 22 anni, sono celiaca dalla nascita e vegana da due anni…
…«Celiaca e pure vegana? Ma cosa mangi? Ma le proteine? Ma la B12? Ma il ferro? Ma mangi abbastanza?» Così affermano alcuni, quando mi conoscono. Si improvvisano dietisti, nutrizionisti, dottori, quando loro stessi, il più delle volte, non hanno idea di quali macro e micro nutrienti assumono con la loro dieta. Sarò scettica, ma non li immagino ricercare quante proteine grassi o carboidrati ci sono nel kebab, nel panino del fast food o nella carbonara della domenica.
Solo se sei vegana devi essere informata sulla tua alimentazione, questa cosa non la capitò mai.
I dialoghi improbabili con una persona vegana
Divertente poi quando mi dicono: «Già sei celiaca e non puoi bere il latte, dovresti mangiare un po’ di carne almeno».
Rispondo. «In realtà è il glutine che non posso mangiare…»
«Ma quindi sei diabetica giusto? Devi evitare lo zucchero».
«Non sono diabetica. Posso assumere zucchero, ma non posso mangiare molti cereali, come il frumento, l’avena, il kamut, l’orzo, il farro…»
«Allora a maggior ragione NON PUOI essere vegana, è pericoloso».
A quel punto sorrido e concludo la conversazione. «Seguo questa dieta da due anni e non sono mai stata meglio, mi sono informata a dovere e mi faccio periodicamente le analisi del sangue per controllare se ho carenze».
«Ci credo, ci credo. Boh non saprei, io non ho mai mangiato vegano».
«Non hai mai mangiato una pasta al pomodoro, un risotto alla zucca, la pasta ai fagioli, le patate al forno, la farinata di ceci?»
In realtà noto come le persone sono sempre meno scettiche, sono più incuriosite, anche titubanti, ma speso vogliose di saperne di più. Mi piace quando mi chiedono consigli e informazioni perché veramente sono interessate e mi si riempie il cuore quando mi dicono «ho provato per una settimana, un mese, non penso che tornerò indietro, è tutto molto più semplice di quanto pensassi e mi sento bene, mi sento davvero bene».
«Vi spiego come sono diventata vegana»
Il mio percorso è stato un po’ particolare. Ho iniziato ad avere un’alimentazione a base vegetale quasi inconsapevolmente. Trasferita a Milano per frequentare l’università, non ero ancora consapevole delle problematiche ambientali a 360 gradi, ma ero molto scossa dall’inquinamento da plastica e volevo ridurne al massimo il mio consumo.
Entravo al supermercato e formaggi, yogurt, affettati, carne erano tutti impacchettati in plastica. Al massimo compravo le scatolette di tonno e le uova in nel packging di cartone. Oppure talvolta andavo dal macellaio e mi facevo riempire il mio contenitore riutilizzabile.
Tagliare questi prodotti dalla mia alimentazione non mi pesava, avevo l’impressione di sentirmi meno appesantita dopo i pasti, ero dimagrita e il mio peso si era stabilizzato. Poco dopo mi è capitato, leggendo, di scoprire il pesante impatto ambientale delle diete ad alto consumo di prodotti animali, di quanto fossero salutari le diete a base vegetale e delle atrocità che causano gli allevamenti intensivi.
Le motivazioni per diventare vegani
Avevo fior fiori di motivazioni per iniziare a mangiare vegano. Ero entusiasta, ma volevo essere sicura di non avere carenze nutrizionali e allo stesso tempo di mangiare cose varie e gustose. Ho iniziato a informarmi e a intraprendere questo percorso quotidianamente, come scelta consapevole fatta pasto per pasto.
Per questo motivo non l’ho mai vissuta come un’imposizione, una restrizione opprimente. Tutt’altro: mi sono messa alla prova, mi sono dilettata nel cucinare, ho scoperto tanti alimenti e piatti che non avevo mai provato prima e la mia alimentazione è paradossalmente diventata molto più varia.
Dopo due anni tutte queste novità sono diventate abitudini non nate casualmente o tramandate da quelle familiari, ma il risultato di una presa di posizione ponderata, una decisione coerente con i miei principi. Questo è l’ingrediente più importante che porto nella mia cucina.
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