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La morte di Internet Explorer

29 Maggio 2021
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Il mondo del web sta cambiando in fretta.

Internet Explorer ci lascia. Non è una novità ma fa sempre un certo effetto vedere morire pezzi di quella rete digitale, che ormai è più vera delle nostre relazioni reali. Alla scomparsa di Yahoo Answer, un lutto ancora in elaborazione per gli smanettoni di Google, tra un po’ se ne aggiungerà quest’altra. Roba da archeologia digitale.

E chi se ne frega se effettivamente sono anni che non lo usiamo più così tanto, soppiantato da Mozilla Firefox, Chrome e compagnia bella, incluso Edge, che diventerà a tutti gli effetti il suo sostituto ufficiale in casa Microsoft.

Internet Explorer era il web per i millennial

Internet Explorer per molti millennial è stato il browser di riferimento per anni e anni di ricerche in quel mondo nuovo che 25 anni fa era il web. Perché se oggi nel mondo solo il 5% degli utenti lo usa ancora, nel primo decennio del millennio era il browser di riferimento per chiunque volesse navigare. Tra il 2003 e il 2206 era usato dal 90% degli utenti e nel 2009 aveva ancora una grossa fetta di mercato: 65%.

Andrà in pensione il 15 giugno del 2022. Microsoft ha annunciato di recente che non ci sarà più supporto per il servizio e i sistemi su cui non si potrà più utilizzare. La decisione, com’è ovvio, non arriva come un fulmine a ciel sereno perché già da tempo l’azienda di Bill Gates aveva interrotto il supporto a Internet Explorer per Microsoft Teams.

L’agonia di Internet Explorer

Ora si procederà progressivamente: prima toccherà a Microsoft 365, poi dal 17 agosto 2021 Internet Explorer diventerà incompatibile con Outlook, OneDrive e Office365. Insomma una strada verso il declino definitivo che segnerà la fine di un’era digitale per i primi millennial.

Microsoft non rilascerà più aggiornamenti di sicurezza e finalmente, nell’estate del 2022, l’agonia di quel primo browser finirà. La famosa icona di Internet Explorer, con qualche eccezione super specialistica, sparirà da tutte le versioni di Windows 10, da ogni desktop e dalle nostre vite quotidiane.

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