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Technology Pusher: Neuralink vorrebbe difenderci dalla rivolta dei robot

7 Ottobre 2021
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Sovrappopolazione? Inquinamento? Riscaldamento globale? No, l’umanità scomparirà perché i robot si ribelleranno.

Vorremmo davvero prendere sul serio questa notizia, ma non ci stiamo riuscendo. Un sorriso sulle labbra è il minimo della dissimulazione che possiamo avere mentre scriviamo. Ci limiteremo a esporre i fatti così come li abbiamo letti, e speriamo che voi abbiate il nostro stesso senso dell’umorismo.

Neuralink, cosa fai della tua esistenza?

Neuralink è un’azienda statunitense impegnata nelle neuroscienze che si è incaricata di sviluppare interfacce per computer cerebrali. Fra gli altri, i fondatori Max Hodak e Elon Musk, si sono impegnati nel finanziare le attività per rendere molto sottile la linea fra uomo e macchina. Ultimamente, Musk si è poi fatto il carico economico per la ricerca della fonte dell’eterna giovinezza.

Ad ogni modo, Neuralink si è sempre interfacciata con le intelligenze artificiali e anzi, le ha proprio create. Forte sostenitrice del complesso rapporto umano-computer, la società ha accresciuto enormemente il suo valore nell’ultimo anno.

Perché? Perché è gestita da miliardari, portata avanti da neuroscienziati e, da qualche tempo, catapultata sulle pagine di molti giornali per le dichiarazioni dei suoi stessi fondatori.

Max Hodak, il defunto co-fondatore, ha una visione cupa del destino dell’umanità

Elon Musk non ha mai nascosto le sue visioni catastrofiche. Secondo lui le macchine svilupperanno un’intelligenza tale da comprendere che noi, invece, non siamo affatto così sagaci e in gamba come pensiamo di essere. Ma le sue teorie non sono un segreto, e quindi non ce ne sorprendiamo più di tanto. Oltretutto lui ci convive con queste macchine e quindi ci aspettiamo che, in caso, proprio come accadde per il dr. Frankestein e la sua creatura, il mostro si accanisca proprio sul suo creatore.

Quello che ha lasciato tutti un po’ con l’amaro in bocca sono state le dichiarazioni di Max Hodak, co-fondatore di Neuralink e deceduto questa primavera. La sua visione è ancora più cupa di quella di Musk, e si avvale oltretutto di un linguaggio piuttosto romanzesco.

La rivolta dei robot è inevitabile e lasceranno gli umani nella polvere.

La chiave di questa argomentazione, decisamente apocalittica e forse anche complottista, è che le intelligenze artificiali non aderiranno ai concetti dell’umanità secondo i nostri modelli politici, economici e sociali. Secondo Hodak quindi non ci saranno prigionieri, superstiti e esemplari che salveranno la specie umana.

I robot si prenderanno il pianeta e ci annienteranno con le armi di cui noi stessi li abbiamo dotati. Seguendo questo ragionamento fantascientifico, se un robot può fare uno scan total body con gli occhi, perché non dovrebbe annientarti con un raggio laser?

L’intero pensiero di Neuralink è “se non puoi batterli, unisciti a loro”

Se dunque il destino catastrofico dell’umanità è inevitabile e siamo tutti destinati a morire sotto le armi dell’intelligenza artificiale, tanto vale coprirsi di carta d’alluminio e fingersi robot. No, dai, stiamo scherzando. Però il concept di Neuralink è molto simile: impariamo dalle nostre stesse creazioni tecnologiche, e prepariamoci al peggio.

Siccome non saremo in grado di combattere un’orda di robot ostinati nel cercare vendetta verso coloro che li hanno ideati e poi sfruttati, allora diventiamo dei cyborg, e combattiamo con le stesse armi.

Cosa fa sorridere di tutta questa storia?

Da un lato, il fatto che sembrano davvero discorsi di scienziati pazzi (e un po’ alticci), dall’altro che forse non siamo pronti a considerare questa ipotesi come un’eventualità davvero realizzabile. Che i robot diventino così tanti e che si scatenino contro di noi appare oggi come una situazione da guerra dei mondi e gli scenari post-apocalittici hanno poco terreno su cui giocare quando si tratta di millennial e gen-Z.

Le paure che abbiamo riguardano il pianeta e la salvaguardia degli ecosistemi, il dramma dell’inquinamento e delle emissioni ci CO2. I robot che ci renderanno polvere non sono nemmeno un’idea nell’anticamera del cervello, per ora. Forse, volendo giocare sul filo dell’immaginazione, lo potrebbero essere per i nostri nipoti.

O forse i nostri nipoti non ci saranno mai perché il surriscaldamento globale ci avrà già incenerito tutti. Questa possibilità, decisamente più palpabile rispetto a quella di un robot che ci sevizia, fa molta più paura. Per lo meno, dovrebbe.

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