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Il 2 agosto non è la festa degli uomini, ma dei loro genitali: che cosa racconta la tradizione?

2 Agosto 2023
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Il 2 agosto è la Festa degli Uomini, parola di tradizione. Conosciuta e festeggiata soprattutto nelle zone dell’arco alpino, tale ricorrenza non è da confondersi con la Giornata internazionale dell’uomo, celebrata il 19 novembre. L’uomo è posto al centro della Festa, anche se la storia ci racconta che in realtà, al centro, è posto qualcos’altro…

La Festa degli Uomini non è così conosciuta in Italia. La sua cadenza è però annuale e si festeggia soprattutto in una determinata zona del nostro Paese, Monteprato di Nimis, un paese in provincia di Udine. La tradizione è molto sentita e i festeggiamenti nel corso degli anni si sono modificati. Ricordate la polemica sulla competizione delle mangiatrici di banane? Ecco, diciamo che durante la Festa degli Uomini se ne vedono di ogni (anche troppe, forse, ndr). Stando anche a quanto la tradizione racconta, è indubbio che sì, ci sia l’uomo in quanto “maschio” al centro dell’attenzione, ma siano piuttosto i suoi genitali i veri protagonisti della scena.

La Festa degli Uomini è un elogio al pene, ma nasce come presa in giro verso il genere maschile

Molto differente dalla Giornata internazionale della Donna (banalmente conosciuta come Festa della donna, che festa non è), la Festa degli Uomini raccoglie più storie, ma sempre di genitali si parla. Sul sito ufficiale di Monteprato si racconta di un’antica osteria molto frequentata da uomini, gli stessi che discutevano ogni giorno sulla mancanza di nascite in paese e sulla conseguente preoccupazione di un mancato ricambio generazionale. La proprietaria dell’osteria, ormai piena delle lamentele di questi uomini, pare che una sera decise di cacciarli tutti dal locale con tanto di ramanzina riguardo il loro stare sempre a bere al bancone invece di essere a casa dalle mogli (contribuendo dunque al ricambio generazionale).

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Ad aggiungere ilarità alla situazione ci pensò una signora, che dopo avere trovato un ceppo la cui forma ricordava un po’ quella fallica, decise di portarselo a casa e di farlo lavorare al marito. Nacque così un fallo di legno di grandi dimensioni, prima esposto in piazza e poi proprio sul bancone di quell’osteria, per perculare la virilità degli uomini “lamentoni” che poco facevano per fare nascere nuove vite. Dopo quell’episodio a Monteprato cominciarono a nascere bambini maschi  così fu per i successivi 23 anni: il fallo di legno aveva fatto il suo lavoro!

C’entrano anche le calzamaglie e giochi di parole: tips di moda per i soldati

La Festa degli Uomini parla anche di soldati e di abbigliamento. Durante gli anni 70 alcuni giovani uomini decisero di verificare se effettivamente la storia del fallo di legno fosse vera e fu così che cercando in un solaio trovarono l’iconico simbolo della Festa. Da quel momento decisero di festeggiare la virilità maschile e scelsero la data del 2 agosto, non casuale, ovviamente.

Sembrerebbe infatti che durante l’età napoleonica i soldati delle ultime file fossero soliti indossare delle calzamaglie particolarmente aderenti, tanto da fare risaltare la forma dei genitali. Il risultato appariva un po’ too much, tanto da imporre loro di “spostare entrambi i testicoli” a sinistra della cucitura del capo di abbigliamento. Da qui il modo di dire “les deux à gauche”, che letteralmente significa “due a sinistra”. Quel due ha continuato a risuonare, fino a diventare (ma non conosciamo i motivi ufficiali) “deux de août, ossia “due di agosto“. C’è chi parla anche di somiglianze tra il numero 8 rovesciato e la forma dei testicoli e l’ottavo mese dell’anno è, guarda caso, proprio agosto. È sempre una questione di falli, insomma.

A Monteprato la Festa degli Uomini è diventata una baracconata

Ogni anno a Monteprato di Nimis il 2 agosto è festa grande. Il paesino in provincia di Udine si riempie di visitatori e sono tante le attività organizzate per celebrare gli uomini, o meglio, i loro genitali. Tra racconti tradizionali e simboli fallici storici, la Festa degli Uomini negli ultimi anni ha voluto coinvolgere anche le donne, scatenando non poche polemiche. Vi ricordate le mangiatrici di banane di prima? L’espressione è letterale e lo svolgimento della competizione se da una parte fa sorridere, dall’altra accende le proteste: quanto è goliardico vedere una fila di donne inginocchiate pronte a mangiare banane poste all’altezza dei genitali degli uomini davanti a loro? Libertà di scelta sempre, ma forse un po’ too much trash!?

Se la festa è dedicata agli uomini, perché mettere in mezzo le donne ed ergerle, come al solito, a meri oggetti? Sono queste le domande più gettonate, le stesse che hanno portato alla creazione di una petizione per cancellare l’attività, considerata sessista.

Banane o non banane, falli di legno e palette con votazioni ai membri maschili, la Festa degli Uomini continua ad avere un discreto successo: il gusto del trash, in fondo, funziona sempre.

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