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I Malavoglia: un incubo scolastico dei Millennial, che dovremmo rileggere

28 Ottobre 2018
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In principio furono i Toscano, una famiglia di pescatori, gente onesta che lavorava nel paese siciliano di Aci Trezza. Poi però ebbero questa idea di commerciare lupini, indebitandosi, e per giunta la loro barca (la Provvidenza) naufragò, lasciandoli, è il caso di dirlo, in un mare di guai, che andarono peggiorando esponenzialmente col passare del tempo…

 

Per di più la gente cominciò a chiamarli “I Malavoglia”, che altro non è se non una ‘ngiuria (un soprannome, in siciliano) assolutamente ossimorica.

Questa bene o male è la sinossi de I Malavoglia di Giovanni Verga che tutti noi abbiamo letto a scuola o sentito declamare da qualche professore, ma ditemi se sbaglio quando dico che la nostra mente si fermò alla parola “lupini”.

Lupini che??? Nella mia vita Millennial cittadina, con rare derive campagnole a casa dai nonni, non avevo mai visto né sentito un lupino.

Così la prima cosa che feci fu cercare informazioni. Scopriii che il lupino altro non è che un legume piatto e grandicello. Non vedevo peraltro il motivo di consumarlo, figuriamoci di commerciarlo.

La seconda domanda che mi feci fu “ma perché usare la barca per trasportare i lupini?”, va bene che le strade della Sicilia del 1800 non dovevano essere esattamente un circuito da granpremio ma questa storia del trasporto in barca mi era sempre sembrata pretestuosa. Non potevano usare un bel classico mulo?

Tanto per riepilogare la sfiga tremenda che imperversa in tutto il libro ricordiamo: un naufragio, perdita di immobili di proprietà (la famosa Casa del Nespolo), rottura di fidanzamenti, accoltellamenti, contrabbando, morti varie. Il tutto colpisce sempre e inevitabilmente loro, i poveri Toscano.

A questo punto, se siete sopravvissuti, vi chiederete perché mai rileggere I Malavoglia, ed eccovi alcune buone ragioni. Tra i pregi del romanzo abbiamo:

– l’aver accreditato a livello letterario il termine “minchione” e “minchioneria”. Pensateci, quante parolacce esistenti in italiano possono vantarsi di essere state accreditate da un illustre letterato come Giovanni Verga?

– l’essere una miniera di detti siciliani pronti all’uso per qualsiasi evenienza. Se ne contano almeno duecento tra cui quelli di Padron ‘Ntoni: “Chi è nato pesce il mare l’aspetta” e “Chi va col lupo allupa” (sul senso vedetevela voi) per passare poi alla saggezza popolare, un poco più venale, del “Chi fa credenza senza pegno, perde l’amico, la roba e l’ingegno” .

– l’aver anticipato, e di molto, l’andazzo del Segreto e di molte soap opera televisive odierne, con tanto di star (Padron ‘Ntoni e il nipote omonimo su tutti).

 

Se ciò non dovesse bastare pensate che una rilettura de I Malavoglia vi consolerà di tutte le vostre apparenti disgrazie e risparmierete considerevoli cifre spese altrimenti dallo psicanalista.

 

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