Dice Mario Draghi sulla nuova politica del turismo: «Occupiamoci di conservare il nostro patrimonio». Siamo pronti?
È chiaro il messaggio tra le righe per millennial intraprendenti? I soldi del Recovery Plan non andranno a chi progetterà ecomostri per turismo di massa sulle nostre coste. Andranno invece a chi avrà il coraggio e il cervello per conservare, trasformare e infine creare un turismo diverso, di qualità.
Il nostro paese è fortemente caratterizzato dalla presenza di luoghi dismessi, ma fortunatamente esistono associazioni nazionali come Legambiente, WWF, Touring Club Italiano e FAI che, grazie a donazioni, spirito d’iniziativa e buona volontà, già da prima dell’era Draghi restituiscono un’anima a questi territori.
Enti che riqualificano e salvaguardano il paesaggio e l’ambiente. Un’impresa alla quale partecipano molti studi di architettura tramite concorsi nazionali, che, a questo punto, speriamo si moltiplichino.
Di seguito alcune tipologie: dal borgo abbandonato alle ex industrie, fino alle stazioni ferroviarie e agli ospedali.
1 Borgo di “Craco” in Basilicata
I ruderi delle antiche architetture, circondate da un paesaggio immobile e silenzioso, fanno di Craco uno dei più famosi borghi surreali e affascinanti nella provincia di Matera.
(Wiki Commons Maurizio Moro5153)
Non a caso è stato scelto da registi cinematografici attratti dall’architettura medievale, in quanto grazie alla particolare posizione fu un importante e strategico centro militare durante il regno di Federico II di Svevia.
È stato anche set cinematografico di diversi film come: La Passione di Cristo prodotto da Mel Gibson e più recentemente Agente 007 – Quantum of Solace con Daniel Craig.
È chiamato il paese fantasma poiché le antiche case poste sulla sommità della montagna, furono abbandonate intorno al 1963 a causa di frane e smottamenti del terreno che le rendevano instabili. Oggi è una meta mozzafiato per un turismo sostenibile e si può visitare grazie alla messa in sicurezza da parte del Comune.
2 Ex Pirelli – Milano
Un altro esempio di abbandono riguarda il settore industriale. Come l’area ex Pirelli al quartiere Bicocca di Milano. Circa 700.000 mq abbandonati in seguito della dismissione delle fabbriche, nella prima metà degli anni Ottanta.
Tema di concorso nazionale vinto dallo studio d’architettura Gregotti Associati, il progetto rappresenta la prima grande trasformazione di un’area industriale dismessa e ha dato vita ad un grande polo universitario ovvero l’università della Bicocca. Se abitate a Milano, andare a visitarlo è uno dei migliori esempi di turismo di prossimità.
3 Lingotto di Torino
Uno dei primi stabilimenti della FIAT. Inaugurata nel 1925, la fabbrica del Lingotto produsse moltissime auto tra cui la Topolino, la Seicento e la Cinquecento, ma negli anni Ottanta fu annunciata la chiusura per spostare la produzione in un altro stabilimento sempre a Torino, ma dotato di tecnologie industriali all’avanguardia.
Fu indetto successivamente un concorso internazionale utile al recupero dello stabilimento vinto poi dallo studio Renzo Piano Building Workshop. Il progetto prevedeva una divisione della fabbrica in diverse funzioni: abitazioni, alberghi e settore terziario.
Oggi le stanze dell’albergo NH sono un’esperienza da provare. Per un turismo intellò composto da amanti del Made in Italy.
4 Stazioni ferroviarie (binari verdi)
Una definizione che va oltre quella di “binari morti”, in quanto senza vita ma in attesa di riqualificazione. Nel nostro paese, da nord a sud, si trovano frequentemente ferrovie abbandonate che rappresentano un’altra tipologia di dismissione.
Oggi possono essere un capitale importante per un nuovo concetto di turismo del territorio. I binari sono percorsi che si districano nella campagna e nella montagna italiana e che mettono in contatto città, borghi e villaggi rurali.
Un patrimonio le cui opere d’arte diventano viadotti, gallerie, ponti e stazioni che rimangono per gran parte del tempo abbandonati. Le Ferrovie dello Stato hanno concesso gratuitamente ai Comuni e ad alcune associazioni la manutenzione di diverse stazioni al fine di migliorarne l’aspetto e attrarre la crescente nicchia del turismo architettonico.
È presente inoltre un altro progetto chiamato “Binari verdi”, sostenuto dall’associazione italiana Greenways Onlus in collaborazione col Touring Club Italiano che si occupa appunto di green ways, ovvero valorizzazione di vecchi tracciati ferroviari trasformati in percorsi verdi.
5 Ex manicomio di Mombello – Limbiate
Divenuto luogo misterioso per il suo passato di manicomio, è ora rifugio per vagabondi, tossicodipendenti e oggetto di distruzione vandaliche. È l’ex ospedale psichiatrico di Mombello a Limbiate, in Provincia di Monza e Brianza.
Nel corso del Novecento è stato il punto di ricovero più grande d’Italia e ha ospitato migliaia di persone. Pareti scrostate, letti arrugginiti, vetri sparsi per terra accanto a cartelle cliniche e vecchie radiografie fanno di questo posto immerso in un parco lussureggiante, una struttura in totale degrado e abbandono.
Destino comune a molti altri ospedali come questi che dopo il 1978 con la legge Basaglia del 13 Maggio, furono chiusi i manicomi e la salute mentale delegata ad altre organizzazioni. Da quel giorno gli ospedali psichiatrici rimasero si svuotarono e del personale sanitario e dei pazienti.
Dobbiamo per forza aspettare che qualche sceneggiatore di Netflix scelga questi posti per qualche serie thriller, o possiamo provare a farne luoghi di un turismo da grande bellezza?
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