Sulla questione lavoro non si salva nemmeno la Gen X
Anche la Gen X ha un problema con il lavoro.
Per i millennial c’era da aspettarselo, il Washington Post ci chiama addirittura “la generazione più sfortunata di sempre”, perché alcuni di noi non hanno ancora 30 anni, eppure hanno già attraversato le sfortune più grandi del 21° secolo, recessione economica in primis, che dal 2008 in poi ha messo in ginocchio il mondo del lavoro. Gen Z si salvi chi può. Non è neanche tutta colpa loro, fare i conti con i boomer non è facile, ma la loro generazione è nota per l’incapacità di fare compromessi.
Speravamo un po’ sulla Gen X, il fratello di mezzo che in famiglia nessuno ascolta, eppure è andata male anche a loro. Sono una generazione piccola, che oggi vive tra la quarantina e la cinquantina inoltrata, la nostalgia della gioventù e la paura della vecchiaia, consapevoli di non aver realizzato tutti i loro sogni.
Chi sono e cosa fanno
Il blogger Ted Bauer ha recentemente pubblicato un interessante articolo sulla Generazione X, la sua, e su tutti i problemi lavorativi con la quale convive. “Le grandi etichette della Gen X sono ‘ragazzi abbandonati’ o ‘fannulloni alternativi’. Il New York Times di recente li ha definiti ‘un pasticcio’, ammettendo anche che la Gen X è l’unica generazione che abbassa davvero la testa, va al lavoro e si fa il culo”. Gli Xers non hanno potere e non controllano i soldi, come fanno i vecchi Boomer, che si sentono gli incontrastati padroni del mondo (fino a che qualche giovani non riusciranno a spodestarli); ma non hanno nemmeno tutte le paturnie dei millennial, e soprattutto non hanno la loro conoscenza tecnologica e la loro istruzione, che li lascia quindi in una situazione di estremo vantaggio quando si tratta di scalare le posizioni in ufficio.
I problemi al lavoro
Bauer ha individuato 3 problemi chiave che contraddistinguono la Gen X: secondo i dati, negli ultimi cinque anni, la maggior parte dei leader della Generazione X (il 66%) ha ricevuto una sola promozione durante la propria carriera lavorativa (a volte nemmeno quella) molto meno rispetto ai più giovani millennial (il 52%) e dei più anziani Baby boomer (il 58%), che a parità di età avevano già aver ricevuto due o più promozioni. Il primo punto infierisce sul secondo, e anche sull’umore: solo il 58% della Gen X ritiene di poter progredire all’interno della propria azienda, rispetto al 65% dei Millennials. Infine, anche per questa generazione ritorna il tema delle ‘grandi dimissioni’: il 34% dei leader della Gen X afferma di aver preso in considerazione l’idea di andarsene per avanzare nella propria carriera.
Ci sarà mai una soluzione? Secondo Bauer è il momento di dare ai membri della Gen X la possibilità di dimostrare veramente quanto valgono. Ora o mai più, è il loro momento per brillare. “Quello che bisogna fare è preparare la Gen X a subentrare ai Boomer, è la cosa più logica. E soprattutto non bisogna licenziare gli Xers, per loro sarebbe difficile trovare nuovi lavori, soprattutto passati i 40”.