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Chi è Blowjoe? Uno che insegnava come imbucarsi alle orge (quando si poteva)

19 Aprile 2020
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È partito a gennaio, da solo. Si è imbucato dove ha potuto. Poi è tornato a casa, in un posto dove non c’è differenza tra un prima e un dopo la quarantena. Ma ha avuto il tempo di montare le sue sconcezze di viaggio e mandarcele.

Prendete Peter Pan e fategli fare un patto con il Diavolo o con Rocco Siffredi. O entrambi: ne uscirà Blowjoe, all’anagrafe Giovanni Pilati, un satiro dalla faccia d’angelo capace di imbucarsi ovunque e acchiappare pubblico ovunque.

Blowjoe è il lato, anzi il Pilato, folle e politicamente scorretto dei Millennial più giovani, quindi un lato raro, un tratto liberatorio con il quale la generazione in questione non è mai entrata in confidenza.

È inutile raccontare le sue bravate social (ma abbiamo verificato che i clienti sono rimasti sempre molto contenti), perché la videostoria che ci ha appena mandato già vale un intero curriculum vitae.

L’unico motivo per cui lo intervistiamo è che volevamo essere certi che un tipo così esistesse veramente. Ebbene sì, Blowjoe esiste e collabora con Millennial. Ma preferiamo dargli del lei per questioni di distanziamento morale. Non sia mai che qualche centennial bacchettone se la prenda con noi per contenuti licenziosi.

Blowjoe Pilati, qui l’Italia è sotto scacco di un virus letale e lei ci spiega come imbucarsi a una mega orgia a Los Angeles?

Si. Volessimo fare i seri direi che non c’è miglior arma del divertimento e della risata, per eludere la paura. La realtà è che sono rientrato in un paesello in provincia di Ferrara che, come tutti i paeselli che si rispettino, la quarantena l’ha sempre praticata (fatta eccezione delle sagre ovviamente).

Quindi, mentre te ne stai chiuso in casa a condividere la tua noia col resto del mondo, mi diverte l’idea che a gamba tesa, come un tackle degno di Gattuso, ti arrivi un viaggio improvvisato finito in orgia. Chissà, magari quando tutto riparte, viene voglia pure a te di mollare le redini e vedere dove ti porta la corrente.

Qual è stato il trauma che l’ha segnata di più da bambino?

Uno stronzetto che abita nella mia via, che mi rubava le carte dei pokemon, mi ha sabotato i freni della bici, che quotidianamente utilizzavo per vedere se riuscivo a superare il mio limite di velocità. Una facciata spaventosa contro il bidone della Caritas. Maledetto lui e maledetta la Caritas che costruisce bidoni così resistenti.

Dica la verità, quando presenta le fatture ai clienti si sente un impostore…

Maledizione è vero! Anche se non glielo faccio vedere. Ho fatto le mie ricerche online, ho visto un bel video di Marcello Ascani che racconta come questo sia un fenomeno condiviso da tutta la mia generazione.

Il mio antidoto (perché poi effettivamente riesco in qualche modo a domarlo) è pensare che anche quelli che nella mia testa sono i grandi imprenditori, seriosi e impeccabili, non sono altro che ragazzi diversamente giovani, autodisciplinati. Che sono stati svegli e intraprendenti fino ad oggi, ma che non hanno nulla di più noi guaglioni.

Me ne accorgo quando ci entro in confidenza. Hanno tutti paura dell’immagine e l’idea che danno agli altri di sé, i propri disagi, le insicurezze che si portano dietro da una vita, poi hanno tutti un ormone pulsante e galoppante e un desiderio di divertirsi, anche se molti non si ricordano più come fare. Per cui li vedo come me, solo con più responsabilità.

Se esistesse una molecola magica per skippare direttamente questa paranoia, però, la prego di scriverci un articolo e di sintetizzarla.

Qual è il problema dei millennial con il sesso?

Se un ragazzo va con gli amici in piazza e, vedendo due belle ragazze dice: “raga io quelle due me le farei”. È più che normale.
Se una ragazza, con gli amici, vede due bei ragazzi e dice “Io quei due me li farei”. Scattano subito pensieri maliziosi. “ammazza questa che porcellina.”.

Il desiderio di piacere non è ancora egualmente accettato, ma in generale è ancora un tabù, qualcosa che non va manifestato, qualcosa di scuro, vicino all’emisfero del peccato, non c’è colore, non c’è gioia, ci si vergogna! Rientra nei discorsi di cui “non è bello” parlare come della morte o dei soldi.

Sempre meno eh per fortuna, non a caso la serie che ha avuto più successo ultimamente è Sex Education. Si vorrebbe parlare di sesso, di fantasie, di giochi erotici, come di calcio al bar, con leggerezza, innocenza, senza malizie.

Nonostante siamo giovani e hi-tech, abbiamo ancora il dna dei nostri genitori per cui desiderare di godere, di manifestare le proprie fantasie, è qualcosa di deviato dalla norma. Se ne parlassimo di più, anche tra sessi, lo sapremmo pure fare molto meglio ?

Ma davvero è partito senza soldi e senza conoscere nesssuno o è un pretesto letterario alla Kerouac della Bassa?

Senza soldi non l’ho mai detto! Non che ne avessi molti sinceramente, infatti non potevo permettermi l’ingresso all’evento, ma sono riuscito ad entrare come “fotografo” grazie a una buona trovata. Però assolutamente senza conoscere nessuno e senza sapere dove andare. Un gioco stupendo.

Pilati, lei sta già facendo quello che voleva fare da grande o è un grande che sogna come un piccino (marzullata finale)?

Sì.

Sì cosa?

Entrambe le cose

DALLA BASSA A LOS ANGELES:

 

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