Chiarimenti dal Giappone sulla cura del coronavirus con Avigan
Quando marzo non marzeggia (questo non è il solito marzo, vero?), sarà aprile che lo pareggia (sperem!)
In Italia si parla del Giappone per Avigan, ossia Favipiravir, vedo.
È probabile che in molti abbiate già sentito questo nome del farmaco. Avigan.
Solo l’altro giorno per caso ho letto un articolo giapponese che diceva che ad attirare l’attenzione del governo giapponese erano tre medicinali probabilmente efficaci contro il virus, tra cui Avigan, nome commerciale e del principio attivo “Favipiravir”.
Lo stesso articolo diceva anche che mentre quei medicinali potrebbero avere grande effetto per combattere il coronavirus, per la mancanza di sperimentazione, non si poteva ancora affermare se si potesse usare in grande quantità verso qualsiasi paziente.
Bisogna ancora aspettare che arrivino i risultati delle sperimentazioni cliniche che si stanno svolgendo. Ciò riguarda la situazione del Giappone e non della Cina.
Ecco qui devo dirlo forte e chiaro.
Voi italiani, dovete attentamente distinguere al meglio le info derivanti dal Giappone da quelli della Cina. Non dico una dei due sbagliata e l’altra corretta. Ma semplicemente sono due fonti diverse. Purtroppo spesso vengono mischiate queste due fonti diverse nelle mani dei media italiani.
In Giappone, Avigan è un medicinale convocato nella partita ma non in panchina
Da noi, in Giappone Avigan non era tanto conosciuto, almeno tra la gente in giro. Sapete perché? Che appunto si tratta di un farmaco per uso molto particolare e limitato.
Per informarmene al meglio, ho trovato online un articolo pubblicato da Nikkei Business, quindi mi permetto di citare delle info da lì ricavate da comunicarvi qui sotto.
Secondo quanto riportato dall’articolo, scritto ovviamente in giapponese, Avigan è un medicinale molto molto particolare sia nella vendita che nella prescrizione.
Direi, una presenza tanto rara quanto me che, pur essendo un giapponese, so scrivere deliberatamente in italiano su qualsiasi argomento.
Tornando al dunque, questo farmaco non viene usato con disinvoltura nella vita quotidiana come prendere il caffè ogni mattina.
Anzi, non si può vendere e nemmeno usare a meno che la vendita non sia autorizzata dal ministro della Salute, del Lavoro e del Benessere Pubblico al momento.
Perché bisogna usarlo solo in casi molto limitati?
Che si è già verificato, al momento della approvazione risalente al 2014, che hanno notato fin dall’inizio che Avigan poteva causare la teratogenesi, ed è per questo che ci sono voluti tre anni dal 2011 al 2014 per passare alla farmacovigilanza. Ne hanno proibito l’uso alle donne incinte.
Ve ne ho fatto un riassunto parafrasandone il contenuto.
Anche ai tempi del coronavirus, per quanto che io sappia in base alle info disponibili su internet alla data del 22 marzo, in Giappone non viene usato eccetto alcuni casi (ma molto limitati) dove appunto la sperimentazione si sta svolgendo per poi poter valutare la sua efficacia e l’effetto collaterale. (Certo che anch’io comunque spero possa essere utile contro il virus).
Tuttavia, non va dimenticato che sono due cose completamente diverse lo sforzo di rallentare la diffusione del contagio e la possibilità di curare i contagiati.
Insomma, mi raccomando, a prescindere da Avigan, voi continuate a fare lo sforzo che stareste facendo fino ad oggi per poi poter rallentare o fermare la diffusione del contagio.
P.S.
Nella mia vita, l’Italia e gli amici-amici italiani mi hanno dato più volte coraggio e forza che ogni tanto mi mancavano e che non potevo da solo recuperare nei momenti difficili personali.
Detto questo, sono molto affezionato all’Italia oltre ai miei amici-amici. Pur essendo in Giappone, non posso che pregare ogni giorno perché su a Milano possiate riprendere prestissimo il ritmo della vita quotidiana e…tornare presto a fatturare!!!
Vi mando un grosso abbraccio (da una…ragionevole distanza. Dai, almeno sorridete!). Ciaone!!
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