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Catalogo dei MILLENNIAL: Luis Suárez. La tua enciclopedia dei millennial

22 Settembre 2020
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Chi è Luis Suárez, l’attaccante che morde ma non mastica (l’italiano)

NOME Luis Alberto Suárez Díaz
LUOGO NASCITA Salto (Uruguay)
DATA NASCITA 24 gennaio 1987
SETTORE Sport
NAZIONALITÀ Uruguaiana
MILLENNIAL FACTOR Impaziente

Chi è

Luis Suárez morde ma non mastica l’italiano. L’assist per la battuta sul Cannibale è servito su un piatto d’argento dalle indagini della guardia di finanza di Perugia che, del tutto casualmente, hanno portato a galla diverse irregolarità durante il suo esame per certificare la conoscenza la lingua all’università per Stranieri.

Un requisito necessario per ottenere la cittadinanza e, quindi, superare l’ostacolo del vincolo extracomunitari per giocare in Serie A. Una norma presente nei tornei di calcio europei che pone un tetto al limite massimo di giocatori d’oltreoceano tesserabili da ciascuna società. E il Pistolero uruguaiano, grazie alla doppia nazionalità della moglie Sofia Baldi, le cui origini sono rivelate dal cognome, può pretendere il passaporto tricolore. Anche se in Italia non ha mai vissuto, né giocato.

Perché altrimenti – si spera – qualche parola d’italiano Luis l’avrebbe pure imparata. E invece ‘nada de nada’. Le intercettazioni arrivate alle orecchie curiose dei finanziari sono chiare: «Non spiccica una parola». «Non coniuga i verbi». «Parla all’infinito». Anche se l’esame lo «passerà» perché «10 milioni a stagione di stipendio non glieli puoi far saltare perché non ha il B1». Un caso che rischia di fare scuola, questa sì. Perché tra gli indagati ci sono anche il rettore e il direttore generale dell’ateneo.

Suárez per ora non è indagato ma comunque vadano le cose è l’unico che in questa storia vince sempre. Nazionalità italiana o no, lui resta uno degli attaccanti più forti del decennio e un club pronto a coccolarselo a suon di milioni lo troverebbe anche se diventasse improvvisamente muto. Anche se tenere la bocca chiusa non è mai stato il suo forte. Il Pistolero è anche il Cannibale non certo per la fame di gol, che non gli sono mai mancati in carriera.

Ci sono per lo meno tre casi conclamati dove Luis, probabilmente posseduto dalla garra charrúa – la famosa determinazione degli uruguaiani -, ha azzannato un avversario durante una partita. La prima volta toccò a Otman Bakkal finire nel menù di Suárez, durante una gara del campionato olandese con l’Ajax (2010). Poi fu la volta di Branislav Ivanović nel 2013, quando il goleador della celeste giocava ancora nel Liverpool. E infine toccò all’italiano Giorgio Chiellini ai Mondiali del 2014. Gesti di follia che gli sono costati complessivamente 17 giornate e quattro mesi di squalifica.

Dall’arrivo al Barcellona (2014), tuttavia, non ci sono stati più episodi di morsi. Quello che non è mai cambiato è invece l’appetito insaziabile del Cannibale per il gol. Capocannoniere in Olanda, Inghilterra e in Spagna. Più volte Scarpa d’oro e diversi altri riconoscimenti a livello personale. Gli manca solo quell’italiano assaporato già in quel di Brasile, ma Chiellini, si sa, non è semplicissimo da masticare.

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