Perché Sanremo è sempre… un gran casino!
Ormai si profila all’orizzonte il festival di Sanremo nella sua edizione targata 2021 e come sempre, in rete e non solo, si stanno sprecando commenti, pareri e chi più ne ha più ne metta sul come sarà e sul come si farà.
Tutto rientrerebbe nei canoni legati alla manifestazione più chiacchierata dell’anno non fosse altro che la cosa è legata ad un periodo dove, con il covid che imperversa, tutto ciò che è legato a manifestazioni artistiche è fermo con l’indotto e le maestranze che ruotano attorno al mondo dello spettacolo in una crisi più che nera.
Sanremo, artisti pro e contro il festival
Questo tipo di scelta sta accendendo polemiche a non finire tra i professionisti fermi da ormai un anno. E, come sempre, scendono in campo le diverse fazioni che si scontrano verbalmente su chi è a favore e chi ritiene fuori luogo, in un periodo come questo, il mettere in campo il festival con un atmosfera così cupa, ma soprattutto perché cinema e teatri continuano a restare chiusi. Bloccando, de facto, tutto un compartimento che possiamo tranquillamente definire alla canna del gas.
Una parte di persone appartenenti a questo mondo, la minima parte, sostiene l’idea adducendo come motivazione che può diventare un po’ un modo per dare una parvenza di ripartenza di questo martoriatissimo comparto. Mentre la maggior parte dei musicisti si è scatenata, soprattutto nel mondo dei social, contro un’iniziativa definita per pochi eletti e che alla fine non porterà alcunché al resto di questo mondo.
Sala stampa e dintorni a Sanremo
Un altro aspetto molto preso di mira è quello degli addetti ai lavori, i giornalisti, gli accreditati. Pare che si stia pensando ad una sorta di bolla (termine ormai strautilizzato in epoca covid) all’interno della quale saranno presenti sempre gli stessi giornalisti per tutta la durata della manifestazione. Rendendo ulteriormente surreale un evento che in questo 2021 parrebbe proprio nascere sotto una stella a dir poco sfigata. E anche qui, sempre e soprattutto in ambito social, se ne sentono dire di ogni.
Ma se fossi tu ad esser chiamato rifiuteresti?
Ecco un altro fervorino che possiamo tranquillamente definire molto utilizzato.
A chi si inalbera contro la kermesse sanremese viene chiesto: «Ma se chiamassero te che protesti tanto cosa faresti?» Bella domanda davvero. E anche qui viene alla luce tutta una serie di contrasti tra professionisti del campo e, altrettanto ovviamente, la cosa risulta infinita e senza apparente soluzione.
Il festival che mette in luce lo scollamento di una categoria. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria si è letto da più parti di come il mondo della musica, e tutto l’indotto che ci gira attorno, sia forse uno di quelli più in sofferenza.
Sanremo esalta lo scollamento della musica
Ma è altrettanto vero che i tentativi di mettere ordine nell’ambiente si siano rivelati pressoché fallimentari visto che organismi come Note legali o il Nuovo IMAIE non sono riusciti a mettere in campo quei numeri che possono dare forza a un ambiente lavorativo: decretando quasi ufficialmente il fallimento di quei tentativi di ottenere, a livello legislativo, gli aiuti di cui c’è sicuramente bisogno. Ma perché tutto questo?
Purtroppo il mondo della musica, nella maggioranza dei casi, ha vissuto molto di un sottobosco dove il lavorare in regola, dove il fare fattura non era proprio l’ordine del giorno. Se non nei casi legati a realtà di un certo livello. E tutto questo ha causato oggi un vero e proprio disastro economico e sociale del quale il festival di Sanremo ha messo in luce gli aspetti meno conosciuti.
Sanremo in sicurezza, ma fuori dalla bolla?
Già, perché la cosa buffa è che si fa un gran parlare dello svolgimento in sicurezza all’interno dell’Ariston, ma nessuno, per quel che sappiamo noi, ha minimamente preso in esame ciò che potrà accadere al di fuori del teatro. Siamo sicuri che i vari fan degli artisti non si fionderanno per le vie della cittadina ligure a caccia dei propri beniamini?
Siamo sicuri che non ci saranno manifestazioni di protesta da parte degli esclusi e/o dei contrari alla cosa?
Questo aspetto, apparentemente, non è stato mai citato da nessuno e si spera nella lungimiranza dell’amministrazione comunale per poter ragionare anche su di un qualcosa ben lungi dall’essere una sfumatura di poco conto che, nella peggiore delle ipotesi, può diventare motivo di tensione vera e assai poco simpatica da dover gestire.
Sanremo senza pubblico, e quindi Amadeus?
A questo punto della situazione fare previsioni su ciò che succederà diventa davvero difficile e lo stesso Amadeus – che dopo lo stop al pubblico dei figuranti potrebbe addirittura lasciare il suo ruolo da direttore artistico – si ritrova a dover far fronte ad uno tzunami di polemiche davvero incredibile e del quale, forse, nemmeno lui poteva immaginare la portata.
Per la prima volta, forse, in tutta la storia del festival importerà davvero a pochi chi salirà sul palco e sarà più interessante vedere quali saranno le ripercussioni dell’evento durante le serate, ma soprattutto nel dopo festival… Ai posteri.
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