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Lombardia e Trentino Alto Adige si riempiranno di figli di millennial e Gen Z

22 Novembre 2020
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Ci sono due regioni italiane che si stanno riempiendo dei figli dei millennial e, perché no, anche dei Gen Z: Lombardia e Trentino Alto Adige dove la popolazione è in aumento e dove, probabilmente di conseguenza, nascono più bambini.

Un dato positivo in un paese come l’Italia, notoriamente tra gli stati al mondo con il minore tasso di fertilità, ovvero con il più basso numero di figli per donna in età fertile, e allo stesso tempo con la popolazione più anziana.

Nel Bel Paese però ci sono notevoli differenze, come spiega molto bene l’analisi di TrueNumbers in esclusiva per Upday. Non tutto il Paese soffre allo modo della crisi demografica che ha portato la popolazione italiana a crescere solo dell’1,8% negli ultimi 10 anni, in forte frenata rispetto al +5,8% invece registrato se il confronto è tra 2000 e 2020.

Popolazione: aumenta al Nord e cala al Sud

C’è anche qui una divergenza tra Centro Nord e Mezzogiorno, con quest’ultimo che appare destinato allo spopolamento. Negli ultimi 20 anni la popolazione della Basilicata è scesa del 7,4%, negli ultimi 10 del 4,2%, sono i dati peggiori tra tutte le regioni.

Il Molise ha numeri simili, la Sicilia ha visto un calo del 0,5% in 20 anni, del 0,6% in 10, la Puglia rispettivamente del 0,6% e dell’1%. Quando la riduzione decennale è maggiore di quella ventennale vuole dire che in realtà tra 2000 e 2010 c’era stata una ancor timida crescita, poi annullata.

Non è il caso della Calabria, che subisce un calo della popolazione del 5,1% negli ultimi 20 anni e del 2,1% negli ultimi 10. Solo la Campania si salva, con una crescita rispettivamente dell’1,2% e del 0,5%

La Campania gode ancora di uno dei tassi di fertilità maggiori d’Italia, soprattutto nell’area napoletana, anche se il primato assoluto è stato via via usurpato da altre aree, come il Trentino Alto Adige, e oggi si limita a essere ancora sopra la media nazionale.

Migliore economia uguale più figli: il trend

L’impatto molto minore dell’immigrazione dall’estero ha fatto in modo che la Campania venisse superata, quanto a crescita degli abitanti, da quasi tutto il Centro Nord. Negli ultimi 20 il maggiore incremento della popolazione è quello che si è visto in Trentino Alto Adige, dove è stata del 15,7%, e poi nel Lazio, +14,6%, in Emilia Romagna, +13,2%, in Lombardia, +12,6%.

I bimbi di Lombardia e Trentino Alto Adige

In queste aree non solo c’è stata una immigrazione superiore della media, ma anche un tasso demografico naturale più alto, in particolare in Trentino Alto Adige e in Lombardia, dove nascono oggi più bambini che nel resto del Paese, anche per il contributo delle donne straniere, certo, ma non solo.

E poi c’entra probabilmente anche la concentrazione dell’economia nelle grandi aree urbane che vivono di servizi avanzate, come Milano. Non a caso se il confronto è decennale la Lombardia cresce, demograficamente, più dell’Emilia Romagna, +5,2% contro +3,7%. Ma la palma va al Lazio con un un incremento del 7,8%, dovuto probabilmente alla capacità di attrazione dell’area romana verso italiani e immigrati.

Popolazione in Italia: il caso Liguria

Le regioni più rurali vanno peggio, Marche e Abruzzo rispetto al 2010 hanno perso abitanti, allo stesso modo di Friuli Venezia Giulia, Val d’Aosta, Piemonte, Liguria. Quest’ultima regione è un po’ un’eccezione al Nord. Dopo il declino industriale di Genova, anche più grave di quello di Torino, ha cominciato a perdere popolazione, che è scesa del 2,8% in 20 anni e del 2,1% in 10.

In generale tra 2010 e 2020 solo sette regioni su 20 hanno un bilancio demografico positivo, Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Veneto, Toscana, Umbria, con quest’ultima che è a crescita zero e Toscana e Veneto, nonostante l’economia più forte della media, con aumenti inferiori al 2%.

La crescita della popolazione segue l’A1

La tendenza sembra quella di una concentrazione della popolazione che segue quella dell’economia, nelle grandi città e lungo la direttrice dell’A1, dalla via Emilia a Roma, con poche deviazioni nelle aree della pedemontana Veneto e le valli trentine.

È quello che sta accadendo anche in altri Paesi europei, dove pure crescono i divari interni, ma con valori medi, relativamente sia a economia che demografia, di solito più alti. Insomma il legame tra un’economia più florida e un maggiore tasso di fertilità si conferma: fai figli se hai come mantenerli.

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